Anche una Nuvola si può inaugurare, con taglio del nastro e autorità. Ha i profumi della cucina sofisticata di Ferran Adrià, il tocco esotico del premio Oscar Dante Ferretti che ha disegnato gli spazi del ristorante Condividere, la ricerca made in Slow Food per la filiera corta del bistrot, la visione storica di Ralph Appelbaum che ha tracciato le linee del Museo Lavazza.
Un progetto cullato per otto anni, pensato e realizzato da un dream team come lo definisce il vicepresidente Giuseppe Lavazza, un investimento da 120 milioni che porta il quartier generale di Lavazza nel cuore multietnico di Torino.
Progetto di Cino Zucchi
Sotto la guida di Cino Zucchi, la Nuvola è stata realizzata nel quartiere Aurora, là dove è cresciuto il sogno industriale della famiglia Lavazza, arrivata alla sua quarta generazione in azienda. Un progetto da 120 milioni di investimento, un progetto di restituzione alla città e di condivisione, realizzato su di un’area di 30mila metri quadrati dove si affianca la nuova area destinata a uffici all’edificio storico, con la facciata Cattedrale di via Bologna. Uno spazio aperto, dove la piazza disegnata da Camilla Zanarotti collega lo spazio Lavazza alla città.
Il 63% della produzione all’estero
Nelle parole emozionate del presidente Alberto Lavazza, la storia di una parabola industriale che negli anni Sessanta contava 300 collaboratori e 12mila tonnellate di caffè prodotte in un anno e che oggi gioca nel campo delle più importanti aziende globali del caffè, con due miliardi di fatturato, 3mila collaboratori, sei stabilimenti produttivi e 190mila tonnellate di prodotto distribuito in 90 Paesi, con un export che copre il 63% della produzione.
Un progetto importante che segna una sorta di alleanza tra il Gruppo e il territorio e che incarna un modello di edilizia sostenibile: Nuvola si è sottoposta al sistema Leed per valutare l’eccellenza energetica e ambientale degli edifici portando a casa il livello platino, dunque è tra i primi tre edifici in Italia e tra i più ecosostenibili nel mondo.
Obiettivo: fatturato a 2,2 miliardi nel 2021
Un’azienda globale che guarda al risultato di 2,2 miliardi di fatturato entro il 2021, un target definito «ideale» per essere «meno aggredibili» sul mercato. La stagione delle acquisizioni per Lavazza si è aperta da un pezzo, l’ultima operazione in ordine di tempo è stato l’acquisto del 25% delle azioni del servizio di streaming italiano Chili, a fine 2017, una stagione aperta con l’acquisizione della francese Carte Noire a inizio 2016, proseguita a tappe con cinque diversi dossier (oltre a Carte Noire, Esp, la danese Merrild, la canadese Kicking Horse Coffee e l’azienda padovana Nims) e che quest’anno dovrebbe vedere una fase di consolidamento dei nuovi brand. Quanto agli strumenti per sostenere lo sviluppo, i vicepresidenti Marco e Giuseppe Lavazza hanno le idee chiare: la Borsa ha troppi vincoli, si può puntare su altri strumenti come i bond per restare indipendenti.
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