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Bonfiglioli dà il via a «Evo», il mega-stabilimento…

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l’industria del futuro

Bonfiglioli dà il via a «Evo», il mega-stabilimento 4.0

«Evo», il progetto di fabbrica digitale su cui il gruppo meccatronico bolognese Bonfiglioli sta investendo 60 milioni di euro (all’interno di un piano triennale sul 4.0 da 145 milioni), non sarà solo il più grande stabilimento in Italia di motoriduttori, totalmente digitalizzato e lean, con una capacità produttiva di oltre un milione di pezzi l’anno. Sarà anche la scuola pilota nel Paese di retraining 4.0 tecnico e culturale, perché chiuso il progetto sperimentale di formazione sui primi 15 operai (in partnership con Regione Emilia-Romagna, sindacati e Fondazione Aldini Valeriani), il pacchetto di 200 ore tra lezioni di “digital skills” e di “cultural mindset” sarà esteso ai due terzi dei 600 dipendenti che tra un anno saranno operativi a Calderara di Reno.

Comune a una manciata di chilometri dall’aeroporto di Bologna dove ieri è stata posta la prima pietra del futuristico impianto di oltre 58mila metri quadrati coperti (e altrettanti di aree verdi e piazze) tutto basato su Iot, interconnessioni, integrazione totale della supply chain (saranno reinternalizzate anche le produzioni di ingranaggi), manutenzione predittiva con i big data, nonché tecnologie green e sostenibili per un impatto zero sul territorio.

«Evo sta per Evolution,perché questo progetto segna il passaggio del nostro gruppo a una nuova fase totalmente digitalizzata e riorganizzata in logica Industry 4.0», spiega la presidente Sonia Bonfiglioli, figlia del fondatore Clementino Bonfiglioli che nel 1956 gettò le fondamenta di un gruppo che è oggi il quinto player mondiale dei motoriduttori, con 3.700 dipendenti e 808 milioni di euro di fatturato. Che continua a crescere a doppia cifra (+17% gli ordini nel primo trimestre 2018) perché i motoriduttori servono ovunque, dalle scale mobili alle pale eoliche.

Ma il neologismo che la presidente usa per battezzare il nuovo sito è “Manofattura” «perché al centro del lavoro c’è sempre la mano, il controllo dell’uomo, che si tratti di una pietra, di un martello o di un robot. Nel corso della storia industriale cambiano gli utensili, ma non cambia il fattore critico di successo: il capitale umano. Sono le competenze nell’usare strumenti via via più complessi a decretare chi vince la sfida competitiva. Per questo Evo è, prima ancora che una fabbrica, un progetto culturale e di innovazione tecnologica».

La prima pietra di Evo è stata posta ieri e il cronoprogramma prevede la piena operatività del mega-stabilimento (dove saranno integrati i tre siti bolognesi) da metà 2019, ma sul progetto il gruppo Bonfiglioli sta lavorando già da un paio d’anni, non solo per la progettazione ma per testare nelle altre fabbriche (tra Slovacchia, Vietnam, India) le nuove modalità lavorative, perché il “Bonfiglioli production system” sarà gradualmente esteso a tutti i 13 stabilimenti, così come lo sarà il “patto con le persone” che ha dato il via al digital retraining.

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