Macché emergenza rifiuti: sono semplici «sofferenze», aveva spiegato giorni fa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Ecco come lo spiega il sindaco: «Una serie di concause: lavori di manutenzione ad Acerra, un guasto a Tufino e un rallentamento a Giugliano». Così da Napoli, a impianti fermi, ripartono le navi per l’export di rifiuti mentre l’azienda provinciale di nettezza urbana, la Sapna, ha appena affidato per 1,02 milioni di euro alla bolognese Herambiente il compito di ritirare la spazzatura degli impianti di tritovagliatura (offerta unica per il lotto 1, gara deserta per il lotto 2).
Il Tar Lazio
Se a parere di De Magistris per Napoli «non c’è nessuna emergenza rifiuti né è all’orizzonte», una decisione del Tar del Lazio rischia di mettere una pietra tombale sul progetto di dare una rete di inceneritori al Centro Italia e al Mezzogiorno.
Alcune associazioni avevano contestato il decreto Sblocca Italia del 2014 che sollecitava la costruzione di impianti moderni, e il Tar del Lazio ha deciso di chiedere lumi all’Europa sul Dpcm attuativo del 10 agosto 2017 che applica l’articolo 35 della legge 133 Sblocca Italia del 2014.
L’Europa afferma che l’incenerimento è una soluzione residuale dopo la prevenzione, il ricupero e il riciclo; se impone la costruzione di inceneritori, chiede alla Corte europea di giustizia l’ordinanza del Tar, il decreto vìola le priorità europee?
Nuovo stop al riciclo.
Preoccupate le aziende di ricupero perché in Italia senza inceneritori si stanno riempiendo i magazzini di materiali riciclabili che nessuno ricicla, soprattutto da quando in gennaio la Cina ha smesso di importare dall’Europa 24 tipi di materiali da rigenerare.
Ora la Cina vieta l’importazione di altri 32 tipi di rifiuti: stop a 16 tipologie come auto e di navi demolite dal 31 dicembre 2018 e stop ad altre 16 tipologie come il rottame d’acciaio dal 31 dicembre 2019.
Magazzini e incendi
Così l’Europa si sta intasando di plastica, carta e altri materiali da riciclare privi di un mercato a valle che chieda una massa così grande di prodotti rigenerati. I depositi si stanno intasando di materiali che negli impianti di ricupero energetico sono un combustibile ottimo ma che diventano una minaccia altamente infiammabile quando si accumulano nei magazzini.
Pochi giorni fa a Villa Selva (Forlì) un’azienda di ricupero degli imballaggi è stata danneggiata da un incendio. Nelle ultime settimane sono state contate decine di incendi negli impianti di riciclo, in qualche caso perfino volontari.
Ovviamente, fanno facile presa gli allarmi sul fatto che nei mari c’è molta plastica non raccolta, non riciclata e non usata come combustibile.
L’Abruzzo esulta
Esultano all’ordinanza del Tar Lazio i comitati nimby e alcuni politici, come i parlamentari del Movimento Cinque Stelle Salvatore Micillo, Alberto Zolezzi, Paola Nugnes e Vilma Moronese. Soddisfatti anche i comitati abruzzesi “del no” poiché lo Sblocca Italia aveva indicato la costruzione di un inceneritore in Abruzzo e invece la Regione aveva preparato un piano rifiuti che evitava con cura di disturbare la sensibilità nimby dei suoi elettori.
I rifiuti di Roma vanno in Abruzzo
Roma senza impianti continuerà a smaltire la sua spazzatura anche in Abruzzo: «Dovremmo aver confermato il trattamento dei rifiuti della capitale in Abruzzo fino alla fine dell’anno», ha annunciato l’assessore all’Ambiente del Comune di Roma, Pinuccia Montanari, la quale replica così a un consigliere comunale del Pd il quale aveva asserito che a fine giugno la Regione Abruzzo bloccherà l’immondizia dei romani.
Via libera all’inceneritore in Sardegna
Il Tar Sardegna ha bocciato il ricorso dei comitati nimby e ha approvato il progetto regionale di un impianto moderno per sostituire i due vecchi forni di Tossilo, nella zona di Macomer. Imbufaliti i contestatori.
Il dettaglio su Napoli
Nel caso di Napoli è bastato spegnere una delle linee dell’inceneritore di Acerra per svolgervi la manutenzione programmata: come d’incanto in contemporanea sono andati in avaria i tre impianti che selezionano i rifiuti (gli Stir di Giugliano, Caivano e Tufino) ed è stato necessario riempire con 2.800 tonnellate di spazzatura un mercantile diretto verso un inceneritore spagnolo.Un’altra nave dovrebbe partire a giorni verso il Portogallo. L’inceneritore di Acerra sarà riavviato attorno al 5 maggio.
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