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Il Pisa mover è vuoto. Guerra contro i bus diretti in aeroporto

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Il Pisa mover è vuoto. Guerra contro i bus diretti in aeroporto

Aeroporto Galileo Galilei di Pisa - Ansa
Aeroporto Galileo Galilei di Pisa - Ansa

Alla fine è dovuto scendere in campo pure il prefetto per provare a sedare la “rivolta” che da una settimana si è accesa di fronte all’aeroporto di Pisa: turisti imbufaliti, autisti di bus esasperati, vigili urbani sull’orlo di una crisi di nervi e poliziotti, chiamati a calmare la “battaglia”, comprensibilmente imbarazzati di fronte a uno spettacolo che finora mancava nella storia lunga e tormentata delle opere pubbliche italiane. Perché qui l’opera è stata costruita - una navetta automatizzata senza conducente, innovativa e ecologica, che collega la stazione ferroviaria all’aeroporto viaggiando su monorotaia, invocata da tutti e inaugurata nel marzo 2017 - ma scarseggiano, ahimé, i clienti. Al punto che la “caccia” ai viaggiatori (paganti) ha scatenato un problema di ordine pubblico.

Nei giorni scorsi il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha emesso un’ordinanza, entrata in vigore il 19 aprile, che vieta ai bus in arrivo da Firenze, Pistoia o Lucca carichi di passeggeri aeroportuali di fermarsi di fronte al terminal, e dunque di arrivare a destinazione senza utilizzare il people mover. Chiamando in causa “motivi ambientali”, quell’ordinanza impone ai bus di portare i passeggeri al parcheggio scambiatore che dista 700-800 metri dal terminal: lì devono scendere, recuperare le valigie, comprare il biglietto per il people mover, prendere un ascensore per raggiungere il piano interrato, prendere un altro ascensore per risalire al livello del binario e salire infine (le porte si aprono solo da questo lato del vagone) sulla navetta che li porterà di fronte al terminal.

«In dieci minuti si fa tutto, senza barriere architettoniche», spiegano da Pisamo, la società inhouse del Comune di Pisa che è stata la stazione appaltante della concessione di costruzione e gestione del people mover (costruito da un raggruppamento guidato dall’altoatesina Leitner). «È pura fantascienza, come si fa a imporre un disagio così grande a turisti che devono prendere l’aereo e che potrebbero scendere proprio di fronte all’aerostazione?», ulula Toscana Aeroporti, gestore dello scalo pisano (e di quello di Firenze), quotato in Borsa e controllato dal magnate argentino Eduardo Eurnekian.

Il fatto che rende paradossale, e un po’ surreale, tutta questa storia è che tra gli azionisti di Toscana Aeroporti c’è anche, col 5%, il Comune di Pisa che oggi è il suo più acceso oppositore. La guerra a colpi di dichiarazioni, comunicati e parole grosse è già approdata in tribunale, con Toscana Aeroporti che ha fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza del Comune che impedisce ai bus di fermarsi al terminal aeroportuale (la sospensiva è stata negata, l’udienza di merito si terrà il 18 giugno).

Le ragioni dei due contendenti sono (naturalmente) inconciliabili: il Comune fa leva sui motivi ambientali, indicati all’origine dei contributi europei (21 milioni veicolati dalla Regione Toscana) ottenuti per finanziare parte dell’opera, costata in tutto 72 milioni. Il resto lo hanno messo i privati concessionari che la gestiranno per quasi 36 anni con introiti, previsti sulla carta, che in questo primo anno di vita non si realizzeranno: «I passeggeri del people mover sono assai inferiori agli 1,7-1,8 milioni previsti dal piano economico-finanziario - ammette l’amministratore unico di Pisamo, Fabrizio Cerri – perché mancano tutti i passeggeri trasportati dai bus» (circa 600mila l’anno). Il rischio che deriva dalla contrazione della domanda, aggiunge Cerri, sarà a carico del concessionario ma Toscana Aeroporti precisa che secondo l’accordo di programma «il differenziale per arrivare al break even sarà a carico del Comune». Da qui le azioni per aumentare i passeggeri.

E le scene davvero poco edificanti che si sono viste in questi giorni, con i vigili urbani che hanno multato decine di bus in arrivo al terminal, turisti lasciati in mezzo di strada e costretti a fare centinaia di metri a piedi, urli, parole grosse e alzate di mani. Davvero uno spettacolo unico per chi pensava di essere in un paese efficiente.

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