Le evoluzioni degli ultimi anni ci hanno portato a credere che dietro alla gig economy si nasconda un inferno fatto di precariato e nessuna tutela. Troppo spesso, del resto, le cronache relative alle nuove piattaforme del cosiddetto lavoro on demand ci hanno raccontato di abusi e sfruttamenti, di diritti non riconosciuti e vecchie conquiste sindacali calpestate in un solo click. Eppure, se l’economia dei lavoretti – come sostengono in molti – è destinata a consolidarsi, a diventare parte integrante del mercato del lavoro e non solo stagno di ripiego per chi vuole sbarcare il lunario, è logico attendersi un’età della maturità. Una nuova fase in cui gli impianti regolatori tradizionali iniziano a sposare il mondo digitale, senza rimanere nel territorio dell’innovazione a metà.
È in questa direzione che punta Deliveroo, società londinese attiva nel food delivery, che vanta fatturati a nove zeri (un miliardo di euro di ricavi da giugno 2016 a giugno 2017) e accordi con oltre 35mila ristoranti in tutto in mondo, di cui 1.900 in Italia. Oggi, con un accordo che riguarda tutti e dodici i Paesi in cui opera, l’azienda lancia un’assicurazione unica gratuita per tutti i suoi 35mila riders, compresi i circa 1.300 “italiani”.
Un passaggio chiave che ha le potenzialità di dare una scossa importante all’intero settore in fatto di diritti, anche se lo status dei riders rimarrà quello di lavoratore autonomo, con tutto quello che ne consegue in fatto di diritti e precarietà. Ma il nuovo accordo potenzia enormemente il regime assicurativo attuale, prevedendo la copertura fino al 75% del mancato introito in caso di inattività temporanea, aumenti dei massimali per spese mediche, dentistiche e per danni a terzi.
La nuova polizza, che la società londinese ha stipulato con Qover, oltre a garantire - come in passato - la copertura in caso di infortuni e danni a terzi durante l’attività, garantirà massimali più elevati, nonché un rimborso in caso di inattività temporanea del riders a seguito di sinistro, a prescindere dal veicolo utilizzato per svolgere le consegne. La polizza coprirà tutti i “fattorini” connessi all’applicazione, inclusa l’ora successiva al log-off, il momento in cui il rider si sgancia dall’applicazione e non è più attivo, tutelando così anche il rientro verso casa.
Per quanto concerne i massimali sugli infortuni, la nuova assicurazione garantirà fino al 75% delle entrate medie giornaliere per temporanea inattività fino a un massimo di 30 giorni. Coprira in più fino a 7.500 euro di spese mediche, 50 euro per ogni notte trascorsa in ospedale (fino a 60 giorni) e fino a 2mila euro di spese dentistiche. Saranno altresì coperti eventuali danni provvisori o permanenti a seguito di incidenti (udito, vista, parola o attività motoria anche parziale).
Rientra, infine, nel pacchetto anche la copertura per eventuali danni verso terzi, con un aumento del massimale fino a 5 milioni di euro, e la responsabilità civile per tutti i ciclisti, i motociclisti non alla guida (essendo durante la guida già dotati di Rca obbligatoria per legge) e i rider che consegnano a piedi.
«Questa nuova copertura assicurativa – afferma Matteo Sarzana, general manager di Deliveroo Italia al Sole 24 Ore - è un’innovazione fondamentale per tutti i rider che collaborano con noi. Sappiamo che i rider apprezzano la flessibilità offerta da questo lavoro e la possibilità di coniugare al meglio questa attività con la loro vita privata. Tutti meritano la massima sicurezza mentre sono in strada per le consegne. Questa nuova polizza aumenta le garanzie per i rider in caso d’infortunio, mantenendo il livello di flessibilità che chiedono e dando a tutti loro una copertura in caso di impossibilità di lavorare».
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