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Eolo, nuovi spazi per continuare a correre

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Eolo, nuovi spazi per continuare a correre

Da zero a 100 in 12 anni. Accelerazione risibile se si trattasse di un’auto. Parlando di milioni di euro e non di chilometri, invece, il discorso cambia. È uno scatto rimarchevole quello messo a segno da Eolo, azienda che nel 2006, quasi per caso, ha cambiato modello di business per risolvere il problema specifico del suo fondatore (collegare la propria casa al web in una zona complicata). E oggi arrivata a conquistare la leadership nazionale nel settore fixed wireless, sfondando per la prima volta la soglia dei 100 milioni di ricavi, un progresso superiore al 30% nell’ultimo anno.

L’idea di business, fornire connettività a banda larga attraverso antenne radio (il cosiddetto fixed wireless), andando a coprire aree a bassa densità abitativa e quindi meno appetibili per i grandi operatori, ha progressivamente preso piede rilanciando anno dopo anno le dimensioni dell’azienda, che ieri ha inaugurato la nuova sede di Busto Arsizio, alle porte di Varese.

Dieci milioni di investimento per 3500 metri quadri di spazi che consentiranno all’azienda di crescere ancora.

Grazie a 150 assunzioni effettuate negli ultimi due anni, l’organico è arrivato oggi a 370 addetti, che saliranno fino a sfiorare quota 500 entro i prossimi 18 mesi. Trend che sarà accompagnato da un robusto piano di investimento, 300 milioni di euro nei prossimi tre anni che serviranno per estendere la nuova rete a 100 Mega in tutta Italia.

Così Eolo punta a triplicare i ricavi

«Sei anni fa, quando ci siamo trasferiti qui a Busto Arsizio - spiega il fondatore e presidente di Eolo Luca Spada - eravamo una cinquantina di persone, con 60mila clienti e 21 milioni di euro di ricavi. Da allora siamo cresciuti molto, viaggiamo al ritmo di 10mila nuovi contratti al mese, abbiamo un tasso di abbandono che è meno della metà rispetto alla media di mercato. E tra un paio di settimane un team di Verizon verrà qui dagli Usa. Per capire come una ”oscura” azienda lombarda abbia potuto sviluppare un modello di business di questa portata là dove altri stanno ancora sperimentando».

Partita con il nome di Ngi (Net Gamers Italia) nel 1999, inizialmente attiva nel settore dei videogiochi, l’azienda ha cambiato pelle nel 2006, creando un servizio di accesso a internet a banda larga, sfruttando inizialmente le torri televisive, nel 2016 il nome diventa Eolo. All’inizio dell’anno il 49% del capitale è stato rilevato dal fondo Usa Searchlight Capital Partners.

I clienti dell’azienda ora sono oltre 300mila e anche se Spada lamenta la continua compressione verso il basso dei prezzi, «difficilmente sostenibile per continuare a garantire qualità e connessioni veloci», l’Ebitda di Eolo viaggia sul rispettabile livello del 37%.

«Risorse che continuiamo a reinvestire - aggiunge Spada - per l’upgrade costante della rete, necessario per tenere il passo dei consumi. Appena nel 2010 una famiglia in media consumava appena quattro Giga al mese, oggi siamo a quota 120. In presenza inoltre di picchi serali mai visti in passato, legati alla fruizione in streaming di contenuti che una volta viaggiavano in mezzi diversi, ad esempio la televisione».

I target di crescita sono particolarmente sfidanti (300 assunzioni in tre anni, ricavi triplicati a quota 300 milioni) ma la storia recente dell’azienda pare in effetti indicare che non si tratti di numeri gettati lì a caso.

«È grazie a realtà come questa - aggiunge il presidente dell’Unione Industriali di Varese Riccardo Comerio - che Varese può vantare la quarta posizione in Italia tra le province con il maggior peso di addetti nell’hi-tech. È motivo di orgoglio vedere nel nostro territorio un’azienda che cresce, crea lavoro e allo stesso tempo fornisce alle imprese una delle tecnologie abilitanti per la gestione dei dati. Perché senza connessioni veloci e affidabili di Industria 4.0 non potremmo neppure parlare».

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