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Tav strategica per l’Europa: «L’Italia non può volere…

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il coordinatore ue del corridoio mediterraneo

Tav strategica per l’Europa: «L’Italia non può volere un muro come Trump»

Il cantiere dell’alta velocità Torino-Lione a Saint-Martin La Porte, in Francia
Il cantiere dell’alta velocità Torino-Lione a Saint-Martin La Porte, in Francia

L’appuntamento era in calendario da tempo, ma resta il fatto che la riunione della commissione intergovernativa Italia Francia sulla Torino Lione cade in un momento chiave, a pochi giorni dal contratto di governo di Movimento 5 Stelle e Lega, che annuncia un ripensamento dell’opera, e a ridosso della formazione del nuovo esecutivo.
L’organismo espressione dei due governi – Louis Besson è a capo della delegazione francese, Paolo Foietta, commissario di governo per l’alta velocità, coordina la delegazione italiana – è riunito in queste ore a Torino, alla presenza di Jan Brinkhorst, coordinatore per l’Europa del corridoio mediterraneo di cui la Tav è parte.

Ed è proprio Brinkhorst a sollevare la questione chiave: «Sia in Francia che in Italia il tunnel viene presentato come un progetto bilaterale dei due paesi, in realtà si tratta di un’opera strategica per l’Europa che infatti la finanzia al 40 per cento. Questo vuol dire che l’opera ha una rilevanza non soltanto per Italia e Francia ma anche per altri paesi, come la Spagna o i paesi dell’Est, interessati al corridoio mediterraneo».

A questo proposito vale la pena ricordare che l’opera ha un costo complessivo di 8,6 miliardi suddiviso fra Unione europea (40%), Italia (35%) e Francia (25%).

A proposito della posizione di Di Maio e al possibile rallentamento del futuro esecutivo italiano, Brinkhorst aggiunge: «Non posso immaginare che l’Italia voglia costruire un muro come Trump negli Stati Uniti. Le Alpi bloccano gli accessi da ovest e da sud, il muro allora va tolto, questo il motivo per cui l’Europa finanzia questa opera».
Altro aspetto critico è il tema delle risorse già stanziate o impegnate dall’Unione europea, in totale 1,7 miliardi di euro, risorse che dovrebbero essere restituite, un tema questo delicato e fortemente contestato dagli esponenti del movimento No Tav.

Sul fronte economico, più ampie sarebbero le ricadute economiche negative per i paesi interessati al transito di merci sul corridoio mediterraneo, aggiunge Besson, che non vedrebbero realizzato un anello essenziale sulla direttrice. Come illustrato nei giorni scorsi proprio dal Sole 24 Ore, un primo conto sui costi di un’eventuale “cancellazione” della Tav Torino-Lione si aggirerebbe sui 2 miliardi circa. Ma è un conto al ribasso, che non considera i finanziamenti Ue che verrebbero persi e l’impatto sull’immagine del Paese.

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