Era il 1959 quando un giovane 25enne italiano, allora sconosciuto, scriveva alla Commissione centrale di beneficienza per ringraziare della bosrsa di studio assegnatagli, grazie alla quale stava partecipando a un importante esperimento di fisica nucleare alla Columbia University di New York. Quel giovane si chiamava Carlo Rubbia e nel 1984 avrebbe vinto il premio Nobel per la fisica. E di quel successo italiano la Fondazione Cariplo (che della Commissione è in qualche modo erede) ha fatto tesoro. In 27 anni di attività, la Fondazione ha erogato 500 milioni di euro a sostegno di oltre 2mila progetti nell’ambito delle ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico, a cui hanno lavorato più di 6mila ricercatori.
Gli ambiti di intervento sono moltissimi, come ha ricordato il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti: «Dalla ricerca biomedica a quella sociale, dal trasferimento tecnologico alla ricerca agroalimentare, abbiamo fatto insieme tanti passi avanti nella soluzione di problemi anche quotidiani», ha detto. Con un’attenzione particolare rivolta ai giovani ricercatori e delle donne: queste ultime rappresentano il 40% dei beneficiari dei progetti di ricerca scientifica finanziati dalla Fondazione.
Che conferma, anche per l’anno in corso e per il futuro, il proprio impegno in quest’ambito: per il 2018 – su 184 milioni di fondi erogati dall’ente – quasi 22,8 milioni sono destinati all’area Ricerca scientifica e trasferimento tecnologico. Tra i settori di intervento, un’importanza particolare riveste quello dei materiali innovativi, come spiega Carlo Mango, direttore dell’Area Ricerca della Fondazione: dal 2003 al 2013 l’istituto ha finanziato oltre 200 progetti, con più di 40 milioni di euro erogati, che hanno portato risultati importanti anche a livello internazionale, come le attività di studio e sviluppo di tecnologie sul grafene.
«La ricerca ha bisogno di tempi lunghi ed è quello che il nostro sostegno garantisce alle università e centri di ricerca che partecipano ai progetti – spiega Mango –. Solo così si può creare quel valore aggiunto che rende poi la ricerca e le sue applicazioni utili anche al mondo delle imprese». Dopo due anni di stop di attività in questo settore, nel 2018 sono stati avviati un nuovo studio e un nuovo bando (da 6 milioni, in collaborazione con regione Lombardia) nel settore dei materiali innovativi che si rivolge, oltre che ad atenei e centri di ricerca, anche alle imprese. Altra novità di quest’anno è l’estensione dei progetti di ricerca sull’invecchiamento dal solo ambito medico, avviati e consolidati ormai da tempo, a quello sociale ed economico.
«Stiamo aprendo nuovi interventi legati all’economia circolare – aggiunge Mango –. Abbiamo lanciato una call importante che integra in un’unica iniziativa tre filoni di ricerca in cui siamo già attivi: bioeconomia, biotecnologie industriali e ricerca ambientale». I vincitori del bando saranno selezionati in dicembre. A breve saranno cmunicati i vincitori del progetto Ager a sostegno dell’agricoltura di montagna e dei prodotti lattiero-caseari, che vede coinvolte dieci fondazioni di origine bancaria a livello nazionale, per un totale di 7 milioni di euro da assegnare.
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