Economia

La contraffazione costa 142 euro l’anno a ogni cittadino italiano

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LOTTA AI FALSI

La contraffazione costa 142 euro l’anno a ogni cittadino italiano

Ogni italiano perde ogni anno 142 euro (neonati compresi) e non lo sa. Soprattutto perde molto di più della media Ue, che è di 116 euro. È il costo, sul portafoglio di ciascun cittadino, dei danni derivanti dalla contraffazione e dalla pirateria web su 13 tra i prodotti e beni di consumo più diffusi (non l'intera produzione manifatturiera, quindi). E che, se si guarda la fotografia nel suo complesso, conferma numeri da capogiro. A scattarla è l’Euipo, l’Ufficio della Ue per la proprietà intellettuale che, negli ultimi 5 anni, ha monitorato il costo economico della contraffazione nei settori notoriamente vulnerabili alle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale. Ovvero cosmetici, abbigliamento, calzature, articoli sportivi, giocattoli, gioielleria e orologi, borse e valigie, musica registrata, alcolici e vini, farmaceutica; pesticidi, smartphone, batterie e pneumatici.

Secondo l’Euipo, ogni anno, l’economia europea perde, nel suo insieme, 60 miliardi di euro a causa della contraffazione di questi soli 13 settori, con perdite annue dirette pari al 7,5 per cento. E poichè le aziende producono meno di quanto avrebbero dovuto se il fenomeno non esistesse – impiegando quindi anche meno personale – la perdita diretta, in questi settori, si traduce anche in 434mila posti di lavoro in meno.

E in Italia? I prodotti contraffatti presenti sul mercato italiano nei 13 settori indicati causano, ogni anno, perdite per oltre 8,6 miliardi di euro, pari all'8% delle vendite dirette. Un importo che si traduce in un “fardello” da 142 euro per ogni italiano e in quasi 53mila posti di lavoro che mancano all'appello.In Italia, i danni da contraffazione sono più pesanti per l’abbigliamento (oltre 3 miliardi di vendite perse, quasi il 7% del giro d’affari legale). Seguono i farmaci (oltre 2,2 miliardi di perdite, pari all'8%) e gli smartphone (885 milioni il danno, pari ad oltre il 15 per cento). Quello dei telefonini è una “voce” che ci differenzia dalla media Ue, dove al 3° posto, tra i prodotti più contraffatti si trovano, invece, i cosmetici.

«Il trend dei valori e degli articoli contraffatti – ha detto Andrea di Carlo, direttore dell’Osservatorio sulla Proprietà intellettuale di Eupo – è simile anche in Germania e Francia, dove però, tra i beni contraffatti, spiccano, rispettivamente, giochi-videogiochi e alcolici. La possibilità di ordinare online ha fatto venir meno anche quella che poteva essere una sorta di “vergogna sociale” e rende più facile gli acquisti. Lo si deduce dall’elevato numero di sequestri, in questi anni in Europa, di “piccoli pacchetti” di merce ordinata via web. A sostenere il fenomeno, poi, ci sono spesso anche i social media».

«Negli ultimi 5 anni – ha sottolineato il direttore esecutivo uscente dell’Euipo, António Campinos (che tra qualche settimana andrà a guidare l’Epo, l'Ufficio europeo per i brevetti) – le nostre attività di segnalazione e ricerca hanno fornito, per la prima volta, un quadro completo dell'impatto economico della contraffazione e della pirateria sull'economia della Ue e sulla creazione di occupazione nonché dati di intelligence sulle modalità delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale». Attraverso la nostra ricerca, ha concluso Campinos, «abbiamo anche dimostrato i benefici che la proprietà intellettuale reca alla crescita e all’occupazione. In modo tale che i responsabili politici e i cittadini possano essere certi del valore della proprietà intellettuale e dei danni che derivano dalla sua violazione».

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