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Conte: fondi Ue su immigrazione e reddito di cittadinanza

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Fondi UE

Conte: fondi Ue su immigrazione e reddito di cittadinanza

(Reuters)
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BERLINO - È nella Cancelleria federale di Berlino che la politica europea, più che altrove, prende forma. E l’incontro – questa volta formale, con tanto di onori militari come da protocollo – tra Angela Merkel e Giuseppe Conte è il primo vero banco di prova della politica europea del governo giallo-verde, più di quanto accaduto venerdì scorso all'Eliseo. Già, perché alla Cancelliera, appena uscita da una quasi crisi di governo ripresa per i capelli proprio sull'immigrazione, il premier italiano è andato a parlare (e iniziare a trattare) di immigrazione ma anche di inclusione sociale, che nella grammatica del nuovo corso significa reddito di cittadinanza.

Ieri si è visto chiaramente come Conte – e il M5S - abbia voluto riprendere in mano l'agenda del governo sulla parte che sta a cuore al movimento, dopo che per giorni era stata di appannaggio pressoché esclusivo di Matteo Salvini. Il tempo stringe, e il consiglio europeo è la prossima settimana, dove si dovrà arrivare ad accordi su temi seri, immigrazione in testa. Merkel pare d'accordo sui temi chiave: rafforzare Frontex e quindi le frontiere esterne, e riconosce che «l'Italia è uno dei paesi che accoglie e ha accolto molti migranti, intendiamo collaborare molto strettamente». Insomma, come Macron – che vedrà oggi – concorda su una maggiore cooperazione e un salto di qualità nelle procedure d’asilo, ma non scende in dettagli. Lo fa Conte, che prima della cena parla molto di più: «Serve un nuovo approccio e l'Italia non deve restare sola, serve una più equa ripartizione». L'agenda è quella di Parigi: riforma del regolamenti di Dublino, creazione di centri Ue di assistenza e identificazione nei paesi di transito, rafforzamento di Frontex. E qui scatta un messaggio alla Merkel, che aveva in qualche modo nei giorni scorsi prefigurato come via d'uscita alla crisi interna con il suo ministro dell'Interno, Horst Seehofer, accordi bilaterali con Italia e Grecia, paesi di primo approdo: per l'emergenza migranti, dice Conte, «servono soluzioni europee, senza innescare dinamiche bilaterali che rischiano di costituire la fine di Schengen». Ma non c'è solo l'immigrazione su tavolo Ue: «In sede di discussione del quadro finanziario faremo pesare la nostra voce per orientare i fondi europei verso misure di sostegno proprio a favore dell'inclusione sociale». E qui il messaggio politico è ancora più chiaro: «Tema cruciale del mio governo è la lotta alla povertà e il reddito di cittadinanza, la riforma dei centri per l'impiego, che si inseriscono in una serie di riforme strutturali». E traccia un quadro drammatico delle difficoltà italiane: «Personalmente non posso come responsabile del governo rimanere indifferente a certi dati: lo scorso anno 2,7 milioni di italiani hanno ricorso a mense per i poveri e pacchi alimentari. La nostra proposta sul reddito di cittadinanza va in questa direzione e l'Europa è essenziale. Dalla Germania possiamo prendere esempio sugli strumenti da utilizzare. Questa povertà alimentare riguarda 445 mila bambini sotto i 15 anni, quasi 200 mila anziani sopra i 65 anni e circa 100 mila persone senza fissa dimora». La Merkel accetta di andare su quel terreno, ma senza esporsi con promesse concrete: «Sappiamo che l'Italia ha problemi con la disoccupazione giovanile, anche su questo è importante collaborare. Possiamo dare dei suggerimenti in base all’esperienza con l'unificazione tedesca. Si sono già incontrati i nostri ministri del Lavoro».La cancelliera si è detta disponibile anche dare un supporto tecnico all’Italia anche sui centri per l’impiego.

Infine i due altri dossier caldi del prossimo summit, la governance dell’euro e l'unione bancaria. L'Italia – assicura Conte - porta avanti l'aspettativa che «l'Unione monetaria venga riformate facendo avanzare la condivisione dei rischi e la convergenza nell'Eurozona, finora non sufficiente. Consideriamo essenziale che gli strumenti non sostituiscano, con un approccio intergovernativo, le funzioni attualmente demandate alla Commissione Ue e alle istituzioni europee».

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