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Gpl, un’industria da 2 miliardi di Pil che dà impiego a 27mila…

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energia, indagine Ernst&Young

Gpl, un’industria da 2 miliardi di Pil che dà impiego a 27mila addetti

  • –di R.

Le imprese del Gpl hanno deciso di dissipare alcuni luoghi comuni. Abituate a suffragare le loro scelte con l’esattezza di dati e con l’appoggio di risultanze scientifiche, hanno affidato agli analisti dell’Ernst&Young l’incarico di delineare il loro ritratto economico, un ritratto dipinto con il pennello fine. E (sorpresa) il dipinto mostra un volto inatteso: «Per molti, per i consumatori e per i decisori politici, noi siamo quelli delle bombole del gas sotto al lavello della vecchia cucina e quelli del “bombolone” bianco fuori dalla villetta, ma abbiamo scoperto che questo è un aspetto vero ma limitatissimo del nostro settore: ci siamo accorti che rappresentiamo un’industria importante che genera 2 miliardi di Pil l’anno, che dà impiego a 27mila addetti fra diretti e correlati, che paga alle casse dello Stato non solamente le tasse ma anche 600 milioni di euro di accise petrolifere», avverte Francesco Franchi, presidente dell’Assogasliquidi, l’associazione della Federchimica che raccoglie le maggiori aziende italiane pari all’80% del settore. Ma il peso reale è assai più lusinghiero. Per esempio l’industria del Gpl e dei gas liquefatti (come il Gnl e il metano compresso) è un’alleata formidabile di una delle industrie made in Italy più richieste al mondo, cioè i costruttori di valvole di altissima qualità il cui polo produttivo novarese è invidiato in tutto il mondo. Se invece la lente d’ingrandimento dello studio Ernst&Young viene avvicinata per ingrandire i dettagli si nota che le sole aziende associate ad Assogasliquidi — cioè il novero di quell’80% del settore — contribuiscono al Pil per 1,6 miliardi di euro, versano 463 milioni di euro e occupano oltre 22mila persone.

Qualche dettaglio emerso dall’analisi di Ernst&Young.
• Le aziende impegnate nel settore del Gpl per uso combustione — le classiche bombole e i “bomboloni” domestici o industriali i cui consumi, a fine 2017, sono stati pari a 1,7 milioni di tonnellate — hanno contribuito al Pil del Paese per 1,7 miliardi di euro, hanno versato allo Stato 478 milioni di euro e hanno occupato 20.920 persone;
• Le aziende del settore Gpl per uso autotrazione — consumi per 1,7 milioni di tonnellate — hanno contributo al Pil nazionale per 361 milioni di euro, versato allo Stato 107 milioni di euro e occupato 6.572 persone.

Le aziende dell’Assogasliquidi
A fine 2017, è stato di 1,6 miliardi di euro il valore aggiunto che le sole aziende aderenti all’Assogasliquidi hanno prodotto in termini di Pil, 463 milioni di euro i contributi versati nelle casse statali e oltre 22mila i posti di lavoro occupati.
• Le aziende associate, relative al settore Gpl combustione, hanno prodotto in termini di Pil 1,4 miliardi di euro, versato allo Stato 378 milioni di euro e impiegato oltre quasi 17mila occupati. Esse inoltre, sempre con riferimento al 2017, hanno speso 686 milioni di euro tra investimenti, acquisti effettuati per stoccaggi, logistica, supporto al business, installazioni e riparazioni.
• Le aziende associate, impegnate nel settore Gpl autotrazione, hanno contributo al Pil del Paese per 228 milioni di euro, versato allo Stato contributi fiscali pari a 67 milioni di euro e occupato 4.138 persone. Le spese effettuate, tra investimenti e acquisti, sono state pari a 277 milioni di euro.
• Infine, è stato di circa 58 milioni di euro il contributo al Pil del Paese da parte delle aziende associate ad Assogasliquidi-Federchimica produttrici di attrezzature e impianti che forniscono servizi attinenti al settore del GPL, che a fine 2017 hanno versato allo Stato 18 milioni di euro e occupato 1.033 persone. Le spese sostenute per investimenti e acquisti realizzati sono state in questo caso pari a 41 milioni di euro.

Il valore strategico
«La rilevanza dei numeri presentati dallo Studio, il contributo all’export e il grande aiuto ambientale che il Gpl offre al nostro Paese, in termini di raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione dell’inquinamento atmosferico — ha sottolineato Franchi — sono tutti fattori che devono quindi convincere e spingere il Governo a tener conto, nelle scelte di politica economica che si accinge a prendere, del valore e delle esigenze di questo settore, che tanto può ancora fare per l'economia, l'ambiente, e quindi anche la salute, del Paese».

Il valore per l’ambiente
Ci sono anche aspetti ambientali, visto che il Gpl non si usa solamente per riscaldare le case, per cucinare i cibi o per far funzionare le aziende ma anche per far marciare le automobili. «L’auto alimentata con il Gpl riduce dell’80% le emissioni di ossidi di azoto e di zolfo — aggiunge il presidente dell’Assogasliquidi — e del 25-30% le emissioni di CO2 e azzera le polveri fini. Sarebbe un grande beneficio per l’ambiente e per la salute dei cittadini se venisse facilitato l’adeguamento a gas per quell’80% di vetture Eurozero, Euro1 ed Euro2 sui 34 milioni di vetture circolanti».

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