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Dossier Investimenti mai così forti grazie al piano Industria 4.0

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    Dossier | N. 6 articoliIndustria ceramica bandiera del made in Italy

    Investimenti mai così forti grazie al piano Industria 4.0

    Carrelli Agv e magazzini automatici. E poi nuove piattaforme logistiche, linee aggiuntive per produrre le grandi lastre, forni, presse e impianti di decorazione. Basta un giro tra le fabbriche per rendersi conto della trasformazione in atto. Un’accelerazione decisa dei piani di sviluppo e innovazione che per i produttori di piastrelle si traduce nel nuovo record assoluto degli investimenti, balzati lo scorso anno ad oltre mezzo miliardo di euro, una crescita vicina al 30% che già si innesta su un 2016 particolarmente tonico. Sprint avviato nel 2014, che in un quadriennio ha prodotto un miliardo e mezzo di investimenti, raddoppiando gli esborsi rispetto al periodo precedente e toccando il nuovo record anche in rapporto ai ricavi, il 9,4%.

    «Lo stimolo del piano Industria 4.0 è stato rilevante - spiega Alfonso Panzani, presidente della commissione innovazione di Confindustria Ceramica - e molte aziende ne hanno approfittato per digitalizzare i propri processi. Del resto, solo l’innovazione può consentirci di mantenere le nostre aziende competitive e vincenti nella fascia più alta del mercato».

    Il quadro non si modifica per l’anno in corso, che aggiunge un altro mezzo miliardo di investimenti, con incursioni sempre più profonde nel mondo di Industria 4.0 ma anche nella logistica. «I grandi formati rappresentano la nuova frontiera - aggiunge Panzani - e per gestirli servono spazi sempre più ampi e un’automazione spinta. Ecco perché vediamo investimenti importanti non solo nelle linee produttive ma anche nei magazzini verticali automatici: si investe nella catena logistica per dare al mercato risposte sempre più efficienti ed efficaci». Un esempio è a Mordano, nel nuovo sito di Florim, che con un investimento da 60 milioni per 48mila metri quadri ha scelto di puntare proprio sulla logistica evoluta per gestire al meglio le grandi lastre. Ma sono numerosi i gruppi attivi e impegnati nell’upgrade di siti e processi.

    «Tra 2015 e 2017 - spiega l’ad di Panaria group, Giuliano Pini - abbiamo investito 110 milioni, in media sempre intorno al 10% dei ricavi. Si tratta di ampliamenti in Portogallo e Stati Uniti e di aggiornamenti in Italia, che proseguiranno. In termini di capacità produttiva siamo ben dimensionati ma nel prossimo biennio continueremo ad investire sulle grandi lastre. I bonus fiscali? Dovrebbero essere resi stabili, per dare il tempo alle aziende di programmare. Detto questo, i nostri piani continuano comunque e procederemo per integrare i processi con le tecnologie digitali».

    Anche il gruppo Del Conca ha lavorato in più direzioni, raddoppiando la capacità produttiva negli Usa e inserendo due nuove linee nel sito italiano di Savignano sul Panaro, una dedicata ai grandi formati “tradizionali”, l’altra alle grandi lastre. «Investimento - spiega il presidente della holding del gruppo, Ceramica Faetano, Paolo Mularoni - che ci consente di raddoppiare la capacità produttiva sfruttando allo stesso tempo le nuove tecnologie di interconnessione per controllare al meglio i processi e migliorare la qualità». Ai 35 milioni investiti qui se ne aggiungono altri 15 per un nuovo maxi-centro logistico. «Qui abbiamo inserito le tecnologie Rfid - spiega - per collocare e recuperare rapidamente e senza errori ogni singolo lotto. Investire, del resto, è una via obbligata: alcune tecnologie forse livellano il quadro rispetto ad altri Paesi e proprio per questo l’Italia deve mantenere la leadership nell’innovazione di prodotto e di processo».

    Le cifre più ingenti sono certamente quelle messe in campo dalle aziende maggiori ma il movimento è in realtà corale. «Pur con impegni finanziari inferiori - aggiunge Panzani - anche le Pmi stanno investendo nella digitalizzazione. Io stesso, nella mia azienda, ho investito per mettere in rete tutti gli impianti, in modo da poter controllare al meglio la produzione e acquisire tutti i dati necessari: credo che il mondo 4.0 per tutti noi sia una sorta di strada obbligata».

    Gli investimenti del settore si traducono in domanda aggiuntiva per i costruttori nazionali di impianti (a settembre, in parallelo a Cersaie, il comparto sarà in rassegna alla fiera Tecnargilla di Rimini), che in effetti proprio dal mercato interno lo scorso anno hanno ricevuto la spinta maggiore, vedendo un consumo nazionale in crescita di oltre 20 punti. Il miglior risultato assoluto tra tutte le categorie di Federmacchine.

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