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Dossier Salviamo il “Fontanazzo”, piccola Tivoli in terra padana

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    Dossier | N. 6 articoliIndustria ceramica bandiera del made in Italy

    Salviamo il “Fontanazzo”, piccola Tivoli in terra padana

    Il “Fontanazzo”
    Il “Fontanazzo”

    Il colpo d’occhio è financo invasivo per la sua bellezza che le prospettive d’intorno celano per tutta sorpresa. E il complesso ducale si mostra così, quale vera “Delizia” estense, d’improvviso. Attraversato l’ingresso ed ascesi i saloni del Palazzo, con l’ambizioso complesso d’affreschi del francese Jean Boulanger, si resta frastornati dai preziosismi di una corte che, persa Ferrara, sulle rive del Secchia cercava frescura e diletti. E quando poi lo sguardo spazia sul grande parco è l’apoteosi di una città che la residenza ducale ha per volere di Francesco I resa così fortunata. Ma se il palazzo ha goduto di restauri il parco ancora attende cure degne. Urge preservare di più il “Fontanazzo” dei sassolesi, una meraviglia che ha bisogno dell’intervento di istituzioni, cittadini e imprese: non ci si può limitare alla messa in sicurezza portata avanti fin qui. La peschiera ducale è un gioiello unico, a metà tra una grande piscina, un ninfeo, una grotta o un teatro d’acqua con tanto di “palchi” e con l’aquila estense a sormontare la scena. E se l’immaginazione corre agli ozii di corte, così ben confortati dal pesce che vi si pescava, o alle naumachie e alle festose nuotate che certo vi si avvicendavano, la rovina delle costruzioni calcaree non sembra lasciare scampo a questo complesso gioco di rocce in ghirlande, decorazioni di conchiglie e pareti incrostate che si sfaldano. Il “Fontanazzo” va preservato con interventi ben più radicali di quelli effettuati finora. È una piccola Tivoli in terra padana e non si può lasciarla all’inesorabile degrado del tempo, non degno per una città operosa come è la Sassuolo che non ti aspetti.

    stefano.biolchini@ilsole24ore.com

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