Mai nelle acque di Porto Cervo si erano viste tante grandi navi a vela griffate Perini: 21 in tutto (su 59 varate), da 40
a 88 metri, arrivate per partecipare o assistere alla Perini Cup che si è conclusa sabato scorso segnando – non solo simbolicamente
– il rilancio ormai avviato del cantiere di Viareggio simbolo di eleganza e di lusso, che ha fatto la storia della nautica
mondiale.
«In poco più di un anno abbiamo già raggiunto due dei tre step previsti», annuncia Edoardo Tabacchi che con la sua famiglia
(ex Safilo e Salmoiraghi&Viganò) ha appena investito altri 13 milioni di euro per acquisire, attraverso la finanziaria Fenix,
un ulteriore 25% della Perini Navi dalla Faper del fondatore Fabio Perini, salendo così al 75% (nel maggio 2017 la famiglia
veneta aveva già sottoscritto 20 milioni di aumento di capitale per avere il 49,99%).
«Quest’anno Perini Navi si avvicinerà al pareggio operativo – aggiunge Tabacchi – con un valore della produzione che toccherà
i 70 milioni, raddoppiato rispetto al 2017. Il prossimo anno torneremo all'utile e il risanamento potrà dirsi completato».
Il riequilibrio economico seguirà la riorganizzazione della squadra, guidata dal presidente e amministratore delegato Lamberto
Tacoli, e l’allargamento dell'offerta che ha già portato nuove commesse.
«Un anno fa il cantiere aveva una sola barca in costruzione – spiega Tacoli annunciando la prossima edizione della Perini Cup nel 2020 – ora le barche in costruzione sono sei tra vela e motore, con un portafoglio che vale 130 milioni di euro e trattative aperte per altre due: l’ambizione è di arrivare entro pochi mesi a otto barche e 190 milioni». La svolta è legata all’allargamento della gamma: «Abbiamo aggredito il segmento a vela da 40 a 50 metri, cioè barche che costano dai 25 ai 35 milioni di euro – aggiunge Tacoli – spinti dal fatto che questo segmento non ha particolari offerte di prodotto. E non solo abbiamo incrementato gli ordini, ma abbiamo investito anche su un 47 metri on speculation (cioè non ancora venduto, ndr), il cui scafo è in costruzione in Turchia e arriverà a Viareggio entro fine anno». Grazie a questo quadro «oggi Perini Navi ha la più grossa produzione al mondo di navi a vela sopra i 40 metri», sottolinea Tacoli senza dimenticare l’apporto che arriva, e che arriverà sempre più, dallo sviluppo della divisione a motore, riunita sotto l’unico marchio Perini (con l'abbandono del vecchio marchio Picchiotti). «Abbiamo fatto un grande lavoro sulla gamma di barche a motore da 50 a 80 metri, con la novità del 25 metri che presenteremo all'inizio del 2019 – aggiunge Tacoli – seguendo l'idea di fare un prodotto dalla forte identità».
Il sogno produttivo dell'amministratore delegato è di arrivare ad avere il 50% del fatturato a vela e il 50% a motore. «Quello che ho respirato in questi giorni della Perini Cup non l'avevo mai visto – conclude Tacoli, alle spalle una lunga esperienza nelle barche a motore del gruppo Ferretti – perché c’è stato il feeling di una grande famiglia che si ritrova. Una partecipazione di questo tipo a un evento nautico è cosa rara – aggiunge – e, ora che i numeri segnano la ripartenza del mercato, possiamo pensare di fare grandi cose”. Il secondo obiettivo, dopo il ritorno all'utile, è la spinta alla crescita. “Perini Navi può costruirsi il mercato creando prodotti altamente innovativi – sottolinea Edoardo Tabacchi - Un marchio come questo non ha rivali nel mondo”.
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