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Boccia sul Def: il Governo dovrà dimostrare all’Europa che…

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INDUSTRIA

Boccia sul Def: il Governo dovrà dimostrare all’Europa che non si tratta solo di sprechi e spesa ordinaria

«Non è tanto importante lo sforamento di un punto ma quanto i risultati che ne deriveranno grazie all'uso di risorse in termini intelligenti per il Paese. Verificheremo nel merito, così come faranno i mercati».

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, è appena arrivato a Cernobbio , al World Manufacturing Forum e le prime domande riguardano naturalmente il Def appena annunciato dal Governo, con un rapporto deficit/pil al 2,4% per tre anni e la conferma delle principali misure del “contratto” tra M5S e Lega: reddito di cittadinanza, flat tax, stop alla Legge Fornero. Si può fare più debito pubblico - spiega Boccia - purché questo abbia una attenzione a crescita economica,
occupazione e meno debito.

Le perplessità degli industriali sono evidenti, anche se d’ora in poi a contare saranno solo gli effetti, i risultati. «È una manovra che pone una questione sociale importante - spiega Boccia - ma deve essere chiaro che la quastione centrale è quella economica, che deve andare di pari passo. Se occorre una fase transitoria, ben venga, ma poi tutto si misura sui risultati. Che per noi sono più occupazione, più crescita e meno debito pubblico. Li verificheremo, così come faranno i mercati.

La procedura d’infrazione Ue? Chiaramente ci sarà e il Governo l’ha messa in conto. Dovrà dimostrare che i risultati arrivano e che l’impatto economico è positivo, questa ora è la sfida del Governo. Se invece è solo spesa ordinaria e spreco, evidentemente avrà ragione l’Europa». Quanto al reddito di cittadinanza, il risultato non deve essere quello di disincentivare il lavoro. «Occorre evitare - spiega - delle procedure legate al reddito di cittadinanza di disincentivo del lavoro, che va invece incentivato».

Boccia torna sul tema Def poco dopo, nel suo intervento davanti alla platea del World Manufactoring Forum di Cernobbio, ribadendo la necessità di valutare gli effetti delle misure.«Al Governo – spiega – ricordo che non si vince con una manovra, si vince piuttosto quando i risultati della manovra si realizzano. Non mi preoccupa troppo di quanto abbiamo sfondato il rapporto deficit pil, lo hanno fatto in passato anche Francia e Germania, ma la domanda da porsi è se questo sforamento determinerà nei prossimi mesi meno debito pubblico, più occupazione, più crescita e meno divari sociali, coniugando la questione economica con la questione sociale. Se riusciremo ad avere questi risultati – aggiunge – la storia dirà che abbiamo vinto tutti. Perché la politica, così come l'economia, si misura dai risultati e non dagli obiettivi. Certo, se ciò dovesse tradursi in spreco di risorse e meno occupazione, allora la politica dovrebbe confrontarsi con questi risultati, che noi non auspichiamo».

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