Economia

Dossier La proroga non basta se i nodi non si sciolgono

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    Dossier | N. 7 articoliIncentivi 4.0 alla svolta

    La proroga non basta se i nodi non si sciolgono

    Si riparte da una nuova “linea politica” - più spazio alle piccole imprese - e da una grande incompiuto, cioè il capitolo sulle competenze. Lo schema del nuovo piano Impresa 4.0 costruito dal ministero dello Sviluppo, in attesa che sia confermato in manovra, prevede una proroga al 2019 con aliquote differenziate in relazione all’entità degli investimenti. I più piccoli avranno benefici maggiori. Una scelta che era stata ampiamente annunciata durante la campagna elettorale e che trova una certa unità di intenti tra M5S e Lega. Secondo il governo, la prima fase di Industria 4.0 ha premiato soprattutto grandi gruppi. Per invertire la tendenza l’iperammortamento sarà varato nella misura più generosa, maggiorazione del 180%, per investimenti fino a 500mila euro.

    La proroga viene considerata prioritaria dal ministero dello Sviluppo, dove si esclude al momento che possa saltare per far spazio alla preannunciata riduzione dell’Ires per gli utili reinvestiti (proposta della Lega). Si lavora per rendere compatibili le due misure, dal punto di vista della copertura e della diversificazione della platea dei beni incentivabili. Ma, anche portata al traguardo la proroga, il piano Impresa 4.0 resterà una bella incompiuta se non si avvierà finalmente la macchina dei competence center, selezionati dal ministero ma non ancora operativi (si attende ad ottobre il riparto dei finanziamenti). I ritardi su questo fronte sono stati evidenti e hanno rallentato il processo che avrebbe dovuto accompagnare il rinnovo di macchinari e sistemi digitali nelle aziende con la creazione di progetti e la formazione del personale.

    Resta sospeso in una sorta di limbo anche il credito di imposta per la formazione 4.0. Prima bloccato dalla tortuosa emanazione del decreto attuativo, poi dalla complicata clausola relativa agli accordi imprese-sindacati di secondo livello, ora in attesa di una circolare di chiarimento. A tre mesi dalla scadenza, si può dire che il “bonus” formazione non sia mai partito davvero. Per questo avrebbe senso prorogare l’intervento al 2019, lanciando realmente la formazione 4.0.

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