Nove impianti per il gruppo di Istanbul in forte espansione.
«L’Italia è il cuore del packaging europeo destinato all’industria alimentare. Nelle nostre fabbriche utilizziamo solo tecnologie
italiane e tedesche, ma le prime hanno indubbiamente una marcia in più sotto il profilo del design innovativo: è davvero il
più bello del mondo». Albert Nahmiyas è il group director del gruppo turco Korozo Ambalaj, quartier generale a Istanbul e
nove stabilimenti da cui escono imballaggi flessibili destinati a coprire soprattutto il mercato europeo, che assorbe circa
l’80-85% della produzione. Un gruppo in espansione, che entro cinque anni prevede di completare tre acquisizioni (le prime
due entro la fine dell’anno) per portare il fatturato dagli attuali 265 milioni a 600, mantenendo uno stretto legame con l’industria
italiana del settore. «Germania e Italia si contendono la leadership – prosegue Nahmiyas –, ma il made in Italy ha una caratteristica
identitaria che lo rende altamente competitivo: è contraddistinto da una innovazione velocissima che ha raggiunto un elevato
livello di raffinatezza. Proprio come avviene nel settore del fashion, ha un carattere preciso anche sotto il profilo del
design che viene immediatamente riconosciuto da chiunque nel mondo».
Korozo, nato nel 1973, è diventato nel tempo uno dei principali gruppi industriali della Turchia. Con circa duemila dipendenti insegue la crescita per diventare un player globale in Europa anche attraverso gli investimenti in tecnologie all’avanguardia. «Abbiamo adottato una politica di espansione molto aggressiva, il nostro obiettivo è entrare nella top ten europea del packaging», spiega Nahmiyas. Un anno fa Korozo ha inaugurato un grande impianto integrato nel quale la tecnologia italiana fa la parte del leone per la laminazione. Un impianto green che produce anche energia elettrica e che recupera e riutilizza tutti i solventi usati nel ciclo produttivo.
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