Sei stabilimenti in America e ora l’espansione in Europa.
«Il futuro sarà dei piccoli marchi locali e non dei colossi che lottano per il penny con i fornitori, a loro volta grossi
player che non lavorano su piccoli lotti. È questa la scommessa che mi ha portato due anni fa a dimettermi da dipendente di
un big company del packaging flessibile e a creare ePac».
Virag Patel è il cofondatore e Coo della newco di Middleton, nel Wisconsin, che punta a servire piccole e medie aziende dei beni di largo consumo offrendo, grazie alle tecnologie di stampa digitale, tutto quello che serve per confezionare prodotti (dai pasticcini al cibo per gatti) senza paletti di volumi minimi e in tempi rapidissimi, dieci giorni al massimo.
«Abbiamo già sei stabilimenti negli Stati Uniti, ne apriremo altri nove il prossimo anno, anche in Europa: stiamo valutando anche un’apertura in Italia. Piccoli impianti vicini al cliente, per servirlo con rapidità e prodotti su misura», prosegue Patel. Che chiude il secondo bilancio di ePac con 36 milioni di dollari e 180 dipendenti. Partita due anni fa con 10 persone, l’azienda ha in programma il raddoppio degli organici nel 2019.
«In ogni stabilimento c’è una pressa per il packaging flessibile e in virtù del piano di espansione abbiamo già ordinato altre dieci macchine italiane per la laminazione senza solventi», commenta Patel.
La corsa degli “small glocal brands” d’oltreoceano è destinata a essere presto misurata anche in Europa. «La nicchia della stampa digitale per l’imballo flessibile è ancora piccola – conclude - ma ha tassi di sviluppo superiori a quelli del packaging dei beni di largo consumo e noi siamo pronti a giocare da pionieri aprendo piccole fabbriche là dove le piccole e medie imprese clienti ne hanno più bisogno».
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