Una grande multinazionale di casa sulla «Via Emilia».
La più grande multinazionale indiana del packaging ha deciso da anni di affidarsi quasi esclusivamente a impianti italiani.
È Uflex, colosso da oltre un miliardo di dollari di fatturato annuo e ottomila dipendenti. Il suo fondatore, proprietario
e presidente esecutivo, Ashok Chaturvedi, ha forti legami di partnership con il distretto emiliano del packaging. «Nei nostri
stabilimenti utilizziamo soprattutto macchine smart ad alta precisione made in Italy - spiega a Piacenza Jeevaraj Pillai,
executive joint president for packaging & new product development -. Il 90% dei nostri macchinari per la stampa arriva dal
vostro Paese, così come il 70% di quelli per la laminazione e l’olografia. Nel converting i produttori italiani sono sempre
un passo avanti rispetto ai concorrenti. Una posizione di supremazia che difficilmente potrà essere insidiata anche in futuro».
Uflex produce tecnologie per gli imballaggi destinati prevalentemente all’industria alimentare e farmaceutica. Ha sette stabilimenti
in India e cinque nel mondo (in Egitto, Messico, Emirati Arabi, Olanda e Stati Uniti) dove produce pellicole in polipropilene,
poliestere e polietilene. La produzione è completamente integrata. «Realizziamo il packaging e i nostri adesivi – prosegue
Pillai - disponiamo di una divisione grafica e di una di ingegnerizzazione per le linee di riempimento. Oggi esportiamo in
140 Paesi. L’Europa è fornita dall’Olanda e dall’Egitto e per il mercato delle pellicole rappresenta circa un 10-12%». Pillai
non vede ombre sul futuro del settore. «Il packaging, che ha continuato a crescere anche nella fase più acuta della recessione,
continuerà a svilupparsi con percentuali a doppia cifra, soprattutto in Asia. Basti pensare a come potrà lievitare anche
in India, Paese che conta un miliardo e trecento milioni di abitanti e ha forti incrementi di consumi pro capite».
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