È il primo sciopero dell’era ArcelorMittal. Le rsu Fim, Fiom e Usb dello stabilimento di Taranto dell’ex Ilva hanno annunciato uno sciopero di 24 ore, a partire dalle 7 del 14 gennaio, dei dipendenti dello stabilimento, per protestare «contro i ritardi nel completamento dell’organico» e contro «la decisione manifestata dall’azienda di spostare personale di alcuni reparti dello stabilimento». Disposizione che i sindacati considerato «unitalerale» e «inaccettabile».
Il piano occupazionale «al momento - osservano le Rsu - risulta incompiuto rispetto agli 8.200 lavoratori previsti dall’accordo
del 6 settembre scorso. A fronte del graduale raggiungimento di produzione prefisso dal piano industriale (circa 6 milioni
di tonnellate rispetto ai 4,5 attuali) appare evidente, secondo il sindacato «la necessità di implementare l’organico, che
al momento viene selezionato da altri impianti con mansioni del tutto differenti alle attività previste».
Fim, Fiom, Uilm e Usb chiedono «l’immediata sospensione della decisione aziendale» e a sostegno delle stesse rivendicazioni sindacali proclamano lo sciopero per il 14 gennaio, otto ore per turno.
Nei giorni scorsi la Fiom Cgil di Taranto aveva chiesto un incontro urgente all’amministratore Delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, e alla responsabile risorse umane Annalisa Pasquini per «conoscere in maniera dettagliata i criteri di scelta adottati da ArcelorMittal per l’assunzione del personale e poter dare risposte certe ai lavoratori», stigmatizzando «incongruenze riscontrate sulle scelte di individuazione del personale rispetto ai criteri di mansione, professionalità, anzianità e carichi familiari».
Per quanto riguarda i numeri, l’accordo raggiunto al Mise a novembre prevede 10.700 assunti da Ilva di cui 8.200 a Taranto. Dall’1 gennaio i dipendenti sono ArcelorMittal a tutti gli effetti e non più distaccati da Ilva. Sono invece 800, sempre a Taranto, i lavoratori che al momento hanno scelto la strada dell’esodo incentivato: questo numero potrebbe salire fino a un migliaio di unità nei prossimi mesi. Nel frattempo il numero dei cassintegrati in carico all’amministrazione straordinaria è sceso da 2.600 (quelli che ArcelorMittal non ha selezionato per l’assunzione) a circa 1.800.
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