La Sicilia ha centrato il target di spesa dei fondi della programmazione 2014-2020 fissato dall’Ue grazie all’utilizzo dei cosiddetti “progetti coerenti”, ovvero i progetti inizialmente non compresi nei programmi ma compatibili con gli obiettivi. Secondo i dati diffusi dal presidente della regione Sicilia Nello Musumeci (che ha incassato anche il plauso del ministro per il Sud Barbara Lezzi), l’isola ha speso e certificato, al 31 dicembre 2018, 713 milioni di fondi comunitari Fesr (Fondo economico di sviluppo regionale). Sulla base di questi dati ha raggiunto il target fissato dalla Ue. Un vero “miracolo” compiuto non solo grazie alla consistente riduzione del cofinanziamento nazionale (285 milioni) che ha agevolato l’assorbimento dei fondi Ue. Secondo uno studio 5S i dipartimenti regionali in meno di due mesi hanno certificato circa 707 milioni, utilizzando appunto in gran parte i progetti coerenti. Oltre metà della spesa è infatti da attribuire al dipartimento Infrastrutture che ha certificato circa 460 milioni di cui 435 milioni per la tratta B del Passante ferroviario di Palermo e per il secondo tratto della Caltanissetta-Agrigento, da Canicattì al capoluogo nisseno, nonostante i lavori siano fermi per i problemi finanziari della Cmc di Ravenna. Un caso che merita di essere approfondito è quello del dipartimento Attività produttive dove i funzionari hanno lavorato “alacremente” per recuperare il tempo perduto: le imprese finanziate nel 2018 sono state 589 per un importo di 214 milioni ma fino a metà dicembre le somme certificate si aggiravano sui 15 milioni . «La Sicilia - dice l’eurodeputato 5S Ignazio Corrao - perde opportunità perché le risorse non sono spese in modo programmato».
© Riproduzione riservata
Progetto realizzato con il contributo finanziario della Commissione europea. Dei contenuti editoriali sono responsabili esclusivamente gli autori e il Gruppo 24 Ore