Ravello attende il commissario della sua Fondazione. Quella che gestisce l’organizzazione e la gestione del Ravello Festival,
evento di livello internazionale, giunto nel 2019 alla sua 67esima edizione: la rassegna dedicata a Wagner e articolata in
tre sezioni (musica sinfonica, danza e jazz) che si svolge ogni anno in estate sul palco di Villa Rufolo, a strapiombo sul
mare della costiera Amalfitana, oppure nell’Auditorium di Niemahier o a Villa Episcopio.
La decisione di commissariare è stata messa nero su bianco dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, tra Natale e Capodanno.
Ora si attende la designazione ufficiale: si spera che il commissario (e la revisione dello Statuto) possa mettere fine agli
eterni dissidi che dilaniano la Fondazione stessa.
La grande attesa è stata poi attizzata ulteriormente dal presidente De Luca quando, alcuni mesi fa, ha ammesso che il nome
di Mauro Felicori, ex direttore generale della Reggia di Caserta oggi in pensione, gli sarebbe piaciuto. Sul nome però oggi
non ci sono certezze: «Potrebbe essere quello del direttore Felicori – dicono in Regione – o anche di un dirigente in carica
o un ex dirigente». Ma i tempi sono ormai stretti (si dice il Regione). Si tratta in ogni caso di individuare un traghettatore
disponibile a dal profilo adatto a portare la Fondazione fuori dalle secche della polemica sterile, modificare lo statuto,
provvedere al Festival 2019.
In realtà, a tracciare la strada del “da fare” ci aveva pensato l’8 dicembre scorso, l'’ex presidente della Fondazione Ravello,
Sebastiano Maffettone, nella relazione di fine mandato presentata al cda. «...A questo punto si può solo suggerire un migliore
rapporto tra i soci e possibilmente il commissariamento dell’istituzione per operare le indispensabili riforme di statuto
e per rendere la governance stessa più snella ed efficace». Indicazioni recepite da De Luca. Il 31 dicembre gli organismi
statutari sono poi decaduti per fine mandato.
Cosa va modificato
Che i Festival degli anni scorsi abbiano avuto buoni riscontri di pubblico e di critica è un dato acclarato. Ma è anche noto
che le lacerazioni interne sono state una costante da quando Ravello Festival ha alzato il suo primo sipario. A quanto sembra,
secondo un copione che è usuale in molti altre città note per importanti manifestazioni culturali.
Sul tavolo del commissario e della nuova governance della Fondazione, dunque, ci saranno senz’altro la eliminazione del dualismo
costituito da cda e cdi (comitato di indirizzo) che sono perennemente in disaccordo avendo simili funzioni decisionali . Dovranno
anche provvedere a migliorare il coordinamento tra i beni di competenza dell’istituzione (Auditorium, villa Episcopio, villa
Rufolo). Dovranno infine portare il dialogo nelle relazioni tra Comune di Ravello (con 4500 abitanti) e Regione Campania.
Oltre, e con priorità, a mettere fine alle eccessive ingerenze della politica. Una scommessa difficile anche se lo scenario
su cui operare è tra i più belli del mondo.
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