Economia

Giù i fallimenti. Con nuove incognite nel 2019

  • Abbonati
  • Accedi
DATI CERVED

Giù i fallimenti. Con nuove incognite nel 2019

Un calo del 7% rispetto al 2017, che in valore assoluto si traduce in quasi 900 fallimenti in meno. Le stime di Cerved per il 2018 indicano una prosecuzione
del trend di recupero delle imprese, anche se il 2019 si apre all’insegna di nuove incognite.

Le prime stime per il 2018 indicano poco più di 11mila fallimenti, in calo rispetto ai 12131 registrati l’anno precedente. Guardando ai dati già consolidati, quelli relativi ai primi nove mesi dello scorso anno, la tendenza al ribasso è inequivoca, con un recupero corale diffuso a più settori e a quasi tutte le aree geografiche.

Tra luglio e settembre sono fallite 2.170 imprese, in calo del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2017. Con questo dato il numero di procedure registrate nei primi nove mesi dell'anno si attesta a 8.137, in diminuzione del 6,9% rispetto alle 8.737 imprese fallite nello stesso periodo del 2017. Guardando ai primi tre trimestri si tratta del valore più basso osservato dal 2011.

Se in termini assoluti il risultato è confortante, va registrato un rallentamento del trend di riduzione: dal -13,4% dei nove mesi tra 2016 e 2017 si è passati ad un calo percentuale quasi dimezzato. Trend che il quadro economico attuale, alla luce del rallentamento in Italia e non solo, potrebbe modificarsi in peggio.

«Tutti gli indicatori congiunturali sono in peggioramento - spiega Valerio Momoni, marketing, product e business development director di Cerved Group - e le prospettive di una nuova recessione sono ora più concrete. Secondo i nostri dati le imprese italiane sono finanziariamente più resilienti, ma di fronte a una nuova crisi i fallimenti potrebbero tornare ad aumentare già nel corso del 2019. Gli effetti potrebbero essere ancora più evidenti nel 2020, quando le situazioni di crisi potrebbero trasformarsi in default».

Ad ogni modo, al momento il calo è diffuso e pervasivo, esteso a tutte le forme giuridiche, con una riduzione dei fallimenti del 13,5% su base annua tra le società di persone e del 4,7% tra le società di capitali.

Anche dal punto di vista settoriale i miglioramenti sono diffusi all'intera economia. Nei servizi, dove si concentra quasi l'80% dei fallimenti dei primi tre trimestri, il calo rispetto all'anno precedente è del 7,1%. La discesa dei fallimenti
prosegue ma rallenta in modo più marcato nell'industria e nelle costruzioni: nei primi tre trimestri del 2017 i fallimenti si erano ridotti rispettivamente del 20,4% e del 17,4% su base annua, quest'anno nello stesso lasso temporale il calo si
ferma al 6,4% e al 7,1%. Il calo è continuato in tutta la Penisola, ma a ritmi decisamente più contenuti. Nel Nord ovest hanno aperto una procedura fallimentare 2.531 imprese, con un calo del 2,2% rispetto al 2017.Anche in
questo caso il miglioramento perde slancio rispetto all'anno precedente (-13,7%), per effetto di una quasi stabilità di regioni come Piemonte
e Lombardia ferme al -1,1%.

Meglio va al Nord-Est, dove la riduzione si rafforza e sale al 16,8%, grazie in particolare al -24,4% del Friuli-Venezia Giulia. Il calo in Italia è comunque corale, con le uniche eccezioni di Abruzzo, Calabria e Sicilia, dove invece i fallimenti sono in crescita.

© Riproduzione riservata