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La start-up decolla con il venture capital

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POLITECNICO DI MILANO

La start-up decolla con il venture capital

«Interessante. Ma può insonorizzare anche le cappe?». Il progetto congiunto nasce così: due parole scambiate alla macchina del caffè tra il ricercatore di Franke e il fondatore di Phononic Vibes. Big mondiale delle cucine e “startupparo” lanciato sui nuovi materiali che mettono a frutto i vantaggi della prossimità fisica, quelli immaginati dal Politecnico di Milano nella costruzione di un modello ampio di innovazione.

Un mix di studenti e laboratori, spin-off e start-up, uffici distaccati di grandi imprese e partnership internazionali che ora si completa con il tassello mancante: i fondi per la crescita. Gap colmato da Poli360, gestito da 360 Capital Partners, fondo dedicato al Politecnico di Milano che a pochi mesi dalla nascita effettua il primo investimento diretto, 550mila euro in capitale di rischio, primo passo di una strategia pluriennale più ampia che parte da una dote di 60milioni.«Questa notizia - spiega il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta - conferma la validità della nostra idea. I dubbi iniziali riguardavano la possibilità di trovare la risorse e la nostra capacità di avere un numero sufficiente di progetti per alimentare il lavoro del fondo. I risultati ora arrivano e non era affatto scontato, viste le difficoltà del venture capital in Italia».

Per scaricare a terra le risorse, in arrivo da investitori privati come Brembo e Maire Tecnimont ma anche da ITAtech, piattaforma congiunta di Cdp e Fei, il percorso è ben definito. Grazie ad uno scouting operato dall'ufficio di trasferimento tecnologico dell'ateneo e dal suo incubatore Polihub che sistematicamente, anche attraverso il percorso di selezione Switch2Product, presentano al fondo le realtà più promettenti, alcune già destinatarie di un primo grant. «Consentire almeno la costruzione di un prototipo - aggiunge Resta - è un modo per facilitare il percorso successivo ma non basta.

Andare oltre la soglia dei 50mila euro che noi possiamo fornire era un'esigenza sentita ed è una bella soddisfazione vedere che questo sta accadendo». Si parte da Phononic Vibes, start-up incubata in Polihub in grado di creare pannelli di assorbimento di suoni e vibrazioni, novità sviluppata con ricerche realizzate al Politecnico e al Mit di Boston. «Per noi è la svolta - spiega il fondatore Luca D'Alessandro - perché ora il team può crescere e abbiamo risorse per almeno 18 mesi. Il sistema qui funziona, ci sono tutti gli ingredienti per crescere, ora anche i soldi. E poter sviluppare un'impresa è un grande stimolo per convincere i giovani a restare qui in Italia».

A pochi mesi dall’avvio datato lo scorso ottobre Poli360 inizia così’ ad operare in modo concreto, puntando ad investimenti diretti in capitale di rischio che possono variare dai 100mila euro della tipica operazione pre-seed ad interventi più strutturati, anche di 2-3 milioni di euro.

«Come scegliamo? Le buone tecnologie sono importanti ma non bastano - spiega il gestore di Poli360 e general partner Cesare Maifredi - perché a queste si deve affiancare anche un bravo imprenditore. Al momento abbiamo altri 3-4 dossier aperti: il piano prevede di chiudere ogni anno 5-7 operazioni, in cinque anni vorremmo avere una trentina di partecipazioni».

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