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Fondi Ue: Puglia tra ricerca, innovazione e Pmi ma anche medicina del…

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politica di coesione

Fondi Ue: Puglia tra ricerca, innovazione e Pmi ma anche medicina del territorio

  • – di Aldo di Cagno

Un miliardo e 400 milioni di euro sulle Pmi, altri 610 milioni di euro in ricerca e 87 milioni sulla razionalizzazione della spesa sanitaria, nel quadro di una manovra regionale tra le più sostanziose per aiuti alle imprese. A fare il punto sull'utilizzo dei fondi Ue in Puglia è il presidente della Regione Michele Emiliano, che sottolinea in particolare la ricaduta occupazionale legata alle risorse europee. «La manovra di incentivi alle imprese è la più consistente varata da una regione italiana, e ha prodotto risultati significativi anche in termini di occupazione con un incremento previsto a regime di circa 18mila addetti. Parliamo di oltre 9 mila progetti di investimento per più di 3,4 miliardi di euro di cui 610 milioni in ricerca». La spesa dei fondi comunitari – ricorda Emiliano, magistrato in aspettativa ed ex sindaco di Bari e Governatore dem della Puglia dal giugno 2015 - «contribuisce a rafforzare il ciclo economico regionale», con un trend positivo confermato dall'evoluzione del Pil regionale, «cresciuto del 3% negli anni 2014-2017, unitamente all'incremento di circa 55mila nuovi posti di lavoro nello stesso periodo, così come dai flussi di export che hanno supero gli 8,2 miliardi di euro nonostante la grande flessione del contributo dell'Ilva».

Un ruolo di primo piano per la crescita e l'innovazione dell'intero sistema produttivo regionale è affidato agli investimenti promossi dalle micro e piccole imprese per oltre 1,4 miliardi di euro, ragiona Emiliano, che rivendica tra i risultati positivi «la capacità di attrazione di grandi investimenti strategici, di poco inferiori a 1 miliardo di euro, per metà provenienti da grandi imprese estere»: al termine della programmazione di spesa dei fondi europei 2014-2020 «l'impatto occupazionale sarà di circa 30mila unità lavoro». Nella mandare in porto la spesa dei fondi europei non mancano le difficoltà, ammette il Governatore. «Un elemento di criticità, e non solo per gli investimenti comunitari, è rappresentato dal Codice degli appalti che dilata i tempi necessari per aggiudicare i lavori e aprire i cantieri. Spesso i tempi non risultano compatibili non solo con quelli della rendicontazione comunitaria, ma soprattutto con le esigenze dei cittadini e degli imprenditori. Ulteriori criticità derivano dalla mancata nettizzazione della quota nazionale di cofinanziamento dei programmi operativi riguardo il rispetto del pareggio di bilancio».

Ma quali sono i settori in cui la Regione ha speso e investito utilizzando i programmi di spesa comunitari, e con quali risultati concreti in termini di crescita dell'economia? Emiliano parla di intervenenti su più fronti. A partire da ambiente e territorio, dove si lavora al miglioramento del servizio idrico integrato «con particolare riferimento al comparto depurativo-fognario», con progetti rendicontati per circa 136 milioni di euro, e interventi per la riduzione del rischio idrogeologico (63 milioni di euro rendicontati). Allo stesso tempo «prosegue il rafforzamento della politica industriale regionale con riferimento non solo alle grandi imprese ma soprattutto alle piccole e medie, incluso il ricorso al sostegno all'accesso al credito», fronte sul quale sono stati finora rendicontati a Bruxelles oltre 340 milioni di euro. A questi si aggiungono gli interventi per il sistema dei trasporti (69 milioni di euro) e del turismo-cultura (70 milioni di euro). Tra le peculiarità del programma di spesa della Regione Puglia cofinanziato dalla Ue Emiliano cita «il potenziamento dei servizi territoriali socio-sanitari e sanitari (87 milioni di euro), condotta nell'ambito di una più ampi strategia rivolta all'inclusione sociale e alla lotta alla povertà, a partire dal reddito di dignità varato in Puglia nella seconda metà del 2016 (47 mln)». In evidenza anche il sostegno all'occupazione e la qualificazione delle competenze a favore sia dei giovani in cerca di prima occupazione, sia dei cittadini pugliesi in difficoltà occupazionale (170 mln).

La programmazione dei nuovi obiettivi per il ciclo di stanziamenti 2021/2027 è alle porte, una prospettiva che la Puglia affronta con ottimismo dopo la conferma della politica di coesione nel bilancio Ue sancita a maggio scorso. Per Emiliano si tratta di «un risultato fondamentale, considerato che si tratta della politica dell'Unione che più di tutte incide sul riequilibrio economico tra le diverse regioni d'Europa, ma anche e soprattutto sul sostegno allo sviluppo e alla competitività dell'intero sistema produttivo e del lavoro europeo». Occorre, però, conclude, «incrementare le dotazioni finanziarie disponibili per l'agricoltura e il fondo sociale: altrimenti l'Italia dovrà fare uno sforzo molto consistente per accrescere gli investimenti nazionali in questi settori». Invece «l'aumento di stanziamenti per la difesa delle frontiere a danno di altri obbiettivi può essere un errore».

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