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Dossier | N. 45 articoli Salone del Mobile e Fuorisalone: Milano capitale del design

Ikea, mobili in affitto per studenti e lavoratori. La risposta al climate change

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Mobili in affitto, come ulteriore sfida low cost e per rispondere ai crescenti allarmi sul cambiamento climatico. Oltre a una piattaforma per vendere prodotti anche di concorrenti, in stile Amazon?

Il primo annuncio dei mobili in leasing è stato dato lo scorso febbraio, ma ora arriva anche la conferma dalle parole di Jesper Brodin, ceo di Ingka Group, proprietario di molti store Ikea. «Il climate change e i consumi non sostenibili sono tra le più grandi sfide che la nostra società si trova ad affrontare», afferma Brodin. Così Ikea ha deciso di muoversi un deciso sostegno all’economia circolare, strategia in cui rientra la decisione di affittare i mobili, scelta rivolta in particolare a determinati target di clienti, come studenti e lavoratori fuori sede. L’annuncio è stato ribadito mercoledì 3 febbraio nel corso di un evento nel primo negozio sostenibile a Kaarst, in Germania.

L’idea di Ikea va incontro a una tendenza crescente tra le giovani generazioni che, allo scopo di minimizzare il proprio impatto ambientale, si rivolgono verso la sharing economy e il noleggio nei settori più disparati: dai mobili alle biciclette fino alle auto.

Dopo l’annuncio di un nuovo servizio per il noleggio di mobili, il colosso svedese dell’arredamento ha lanciato anche un nuovo esperimento, questa volta proponendosi di diventare una piattaforma e-commerce per le vendita di arredi non soltanto propri, ma anche di altre aziende. Il chief executive officer di Inter Ikea (holding proprietaria del concept e dei franchisor), Torbjorn Loof, ha precisato che si tratta di un nuovo passo nel percorso di trasformazione e differenziazione del business avviato dal gruppo dopo la morte del fondatore, Ingvar Kamprad, un anno fa.

Ikea, che sta finalizzando i test per questa nuova attività, si propone di diventare dunque un grande e-retailer, come Amazon o come Alibaba, per intendersi. Non è una novità assoluta: già nei mesi scorsi il gruppo aveva annunciato la volontà di affiancare alla tradizionale attività di produzione e vendita di mobili attraverso i suoi famosissimi e iconici megastore blu con scritta gialla situati in periferia, anche un’attività commerciale differenziata, di nicchia, attraverso piccoli negozi urbani, possibilmente in partnership con realtà di eccellenza, come accade ad esempio nello store di Roma in collaborazione con Eataly. Inoltre, aveva spiegato Loof a suo tempo, il gruppo avrebbe investito sempre più sui servivi, come la vendita online, la consegna a domicilio, l’installazione e l’assistenza.

La sperimentazione, come detto, suona come una vera e propria sfida ad Amazon, anche se il cfo specifica che l’obiettivo è coprire quell’«area di mezzo» che sta tra il sito ecommerce di Ikea in senso stretto (che vende prodotti a marchio proprio) e un marketplace come il colosso americano che vende sostanzialmente di tutto. «Quali sono le opportunità tra le grandi piattaforme globali e i siti web delle aziende? – si domanda Loof –. Penso ci siano diverse possibilità, come Zalando, un tipo di piattaforma specifica per moda e abiti. Penso sia un’area molto interessante da sperimentare». Loof ha precisato che, al momento, Ikea non ha ancora avviato trattative con i propri competitor, ma che sarebbe interessato a essere coinvolto nella creazione di una piattaforma commerciale di dimensioni settoriali.

Parlando di possibili partner in questa operazione, Loof ha aggiunto che non prevede alleanze con Amazon. Piuttosto, potrebbe essere interessante il modello della piattaforma TMall di Alibaba, una sorta di grande centro commerciale con diversi shop-in-shop al suo interno. Nei prossimi anni, osserva, si apriranno nuove forme di vendita online e il suo obiettivo è che Ikea sia parte attiva di queste nuove rotte. «Sperimentiamo sempre – ha detto al FT –: All’interno dell’arena digitale digitale guardiamo alle piattaforme di terzi, all’ipotesi che Ikea punti su altre piattaforme, sulla creazione di una piattaforma per l’intero settore industriale dell’arredamento e su come possiamo rendere migliore e molto più forte il nostro sito aziendale ikea.com».

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