
Si apre una nuova crisi nel mondo dei call center. Stavolta tocca a Teleperformance, multinazionale francese che opera da
diversi anni a Taranto e a Roma, la quale, annunciano le rappresentanze sindacali unitarie dell'azienda, «ha confermato i
circa 300 esuberi tra Taranto e Roma» e «la necessità di aprire la crisi». L'azienda non ha ancora specificato il riparto
delle eccedenze tra le due sedi. I sindacati tentano ora di «escludere la dichiarazione di esuberi provando ad utilizzare
un ammortizzatore sociale: il Fis». Il Fondo d'integrazione salariale è analogo alla cassa integrazione con retribuzione all'80
per cento delle ore non lavorate. «Le organizzazioni sindacali - dicono le rsu - hanno chiesto di evitare la dichiarazione
di crisi». Così, si spiega, «le parti hanno avviato una trattativa finalizzata all'utilizzo del Fis». Per l'ammortizzatore
sociale, già fissata una riunione per il 28 febbraio alle 10.30. In vista di questo confronto, i sindacati hanno indicato
a Teleperformance le loro richieste, specificando che in assenza di risposta, «non potrà essere sottoscritta l'intesa». I
temi posti a Teleperformance sono: «definizione del piano ferie in maniera normale sanando le tante anomalie attuali; pagamento
anticipato dall'azienda delle ore di Fis (senza attendere l'Inps); distribuzione equa ed uniforme dell'ammortizzatore sociale».
I sindacati chiedono inoltre a Teleperformance «di ridurre il numero delle eccedenze dichiarate favorendo i passaggi dei lavoratori
dipendenti sulle commesse in cui non ci sono al momento esuberi (Enel ML, Amazon, Apple)» e la «strutturazione di un piano
di esodo incentivato serio per quei lavoratori che decidono di lasciare l'azienda». «Se su questi punti entro il 28 non si
dovesse trovare la quadra - affermano ancora - non si firmerà alcun accordo e si valuteranno gli scenari futuri». «Gli esuberi
vengono dichiarati per calo di attività per cui si configura un'eccedenza di personale - spiega Andrea Lumino, segretario
Slc Cgil Taranto -. Alla trattativa e all'approccio costruttivo delle parti, di qui il nostro invito all'azienda, sta ora
trovare le soluzioni migliori».
Anche fonti aziendali confermano «un calo di volumi», probabilmente anche dipeso dal fatto che un cliente - si tratta di un
operatore telefonico - ha esaurito la sua fase di lancio e, quindi, necessita di meno assistenza ai clienti. Da parte aziendale
si osserva «che si scontano vecchi problemi come gli alti e bassi propri dell'attività, una remunerazione che non è in linea
con il costo del servizio (l'80% è sulla voce costo del lavoro) e la mancanza di regole che mettano al sicuro il settore».
«È stato varato un codice di autodisciplina che riguarda tra l'altro privacy e telemarketing, ma questo attiene più al rapporto
tra operatori e cittadini che alla salvaguardia delle aziende e dei posti di lavoro - commentano ancora fonti aziendali -.
M5S ha presentato alla Camera un progetto di legge che raccoglie diversi degli input lanciati in questi anni ma si è ancora
in una fase molto iniziale».
Tra Taranto e Roma, Teleperformance occupa circa 3mila addetti, solo a Taranto sono quasi 2mila facendo del call center una
delle principali fonti di lavoro della città pugliese. Già in passato Teleperformance ha fatto ricorso ad ammortizzatori sociali.
Nel 2015 ci fu una lunga trattativa al Mise, con l'allora vice ministro Teresa Bellanova, perché era in ballo la chiusura
del sito a Taranto. Il negoziato e la mediazione del Governo scongiurarono però la chiusura di Telepeformance a Taranto
© Riproduzione riservata





