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Calcio in televisione, dall’Antitrust 7 milioni di multa a Sky

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Calcio in televisione, dall’Antitrust 7 milioni di multa a Sky

(Ansa)
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Per l’Autorità Antitrust Sky non ha informato adeguatamente i consumatori sulla propria offerta. Le partite a disposizione nel pacchetto “Calcio” da quest’anno sono 7 su 10 ogni giornata. Tutte in esclusiva, ma non si tratta di tutte le partite della Serie A. L’emittente pay da poco entrata nella galassia dell’americana Comcast ha però utilizzato messaggi pubblicitari «privi di informazioni chiare e immediate sul contenuto del servizio», e in particolare «senza informazioni chiare su quali partite potranno essere viste in diretta a seguito dell’abbonamento». Insomma, gli abbonati, esistenti e potenziali, non sono stati messi nelle condizioni di capire che quell’offerta era diminuita rispetto all’anno precedente.

La sanzione. Sono queste le conclusioni cui è arrivata l’Autorità Antitrust che, a conclusione del procedimento istruttorio PS11232 avviato lo scorso 28 agosto, ha sanzionato Sky con una multa di 7 milioni. Va detto che sotto la lente dell’Antitrust era finita Sky, ma anche Dazn, vale a dire l’altra detentrice dei diritti della Serie A per il triennio 2018-21. Per la piattaforma di Perform però i tempi di procedimento previsti sono più lunghi di un mese.

La replica di Sky. «Pur di fronte a costi più alti per i diritti – è la nota diffusa da Sky in serata – Sky non ha modificato prezzi degli abbonamenti. Con riferimento al provvedimento dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con il quale è stato contestato a Sky di non aver fornito informazioni chiare e immediate sul contenuto del Pacchetto Sky Calcio 2018-19 e di avere esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei clienti abbonati, Sky ritiene infondata tale decisione sotto molteplici profili e si appresta a ricorrere nelle sedi competenti per far valere le proprie ragioni. Sky, che da sempre pone il cliente al centro delle sue priorità, ritiene infatti di aver sempre dato corretta e ampia informazione sul contenuto del Pacchetto Sky Calcio, anche nel contesto della nuova cornice normativa in materia di assegnazione dei diritti del campionato di serie A definita dalla legge Melandri».

La nota da pubblicare. Per l’Autorità Antitrust invece la condotta di Sky è da sanzionare, con la somma di 7 milioni, ma anche con una «dichiarazione rettificativa» da pubblicare «entro trenta gionri dall’avvenuta notificazione del presente ptrovvedimento per venti giorni consecutivi sulla home page del sito www.sky.it in un riquadro pari ad almeno 1/5 dello spazio della pagina».

Le motivazioni. Tutto questo perché dalla homepage del sito web di Sky «dedicata al calcio dal 14 giugno 2018 e quanto meno fino all’avvio del procedimento», ma anche attraverso pagina Facebook e spot televisivi non sarebbero emersi secondo l’Authority «con la dovuta rilevanza i contenuti dell’offerta e in particolare le limitazioni sul numero di partite disponibili (7 su 10 per ciascuna giornata di campionato)». Il consumatore, ha scritto in una nota l’Antitrust « sarebbe potuto facilmente incorrere nell’errore di ritenere compreso nel pacchetto SKY Calcio l'intero campionato di calcio di serie A, assumendo così una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso, ossia l'attivazione dell’abbonamento a tale servizio per la stagione calcistica 2018/19».

Seconda contestazione. C’è poi un altro punto di contestazione. «L’Autorità - si legge - ha inoltre accertato che Sky ha attuato una pratica aggressiva in quanto ha esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei clienti abbonati al pacchetto Sky Calcio, i quali, a fronte di una rilevante ridefinizione dei suoi contenuti (riduzione del 30% delle partite di serie A e cancellazione dell’intero torneo di serie B) non sono stati posti nella condizione di poter assumere liberamente una decisione in merito al mantenimento o meno del pacchetto. Gli abbonati a tale servizio sono stati costretti a scegliere tra due possibilità, entrambe svantaggiose, ossia la prosecuzione degli addebiti, tra l'altro in misura invariata, nonostante il contenuto diverso e ridotto del pacchetto rispetto a quello originariamente scelto, oppure il recesso dal contratto a titolo oneroso, con il pagamento di penali e/o la perdita di sconti e promozioni connessi alle offerte con vincolo di durata minima».

La partita sulla Champions Rai-Sky. A questo punto occorrerà anche vedere come la questione potrà eventualmente riverberarsi sulla questione Champions. I cui diritti per il triennio 2018-21 sono in casa Sky. Per la stagione in corso però è in vigore un’intesa con la Rai che consente alla tv pubblica di trasmettere in chiaro un match del mercoledì a scelta, le due semifinali, la finale e la Supercoppa Europea. Per le altre due stagioni a partire dalla prossima l’intesa prevedeva un diritto d’opzione condizionato al fatto che per i campionati 2018-21 la media company di Comcast avesse diritti pari al triennio precedente. Cosa che secondo Sky non si è verificata (viste le 3 partite a settimana finite a Dazn). Proprio quello che stabilisce l’Antitrust con il procedimento che ha portato alla sanzione. Ma questo argomento è quello che sta tenendo il bilico una nuova intesa fra Sky e Viale Mazzini. Quest’ultima ha esercitato l’opzione put. Ma Sky sta prendendo tempo.

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