Economia

Telefonia, arriva la lista nera di chi non paga la bolletta

  • Abbonati
  • Accedi
consumatori

Telefonia, arriva la lista nera di chi non paga la bolletta

Stanno facendo il conto alla rovescia le compagnie telefoniche prima dell’ora X in cui far scattare l’attacco ai cattivi pagatori. Si chiama Simoitel (Sistema informativo sulle morosità intenzionali nel settore della telefonia) lo strumento che da lunedì partirà operativamente e con il quale le telco puntano a colpire e affondare gli abitué del turismo telefonico, in grado di “surfare” da un’offerta all’altra ma lasciando dietro di sé lunghe scie di conti non pagati.

PER SAPERNE DI PIÙ / Calo del 20% delle tariffe di telefonia mobile, ecco le più economiche

L’ora del redde rationem scoccherà quindi a inizio della prossima settimana, quando dagli uffici degli operatori di telefonia partiranno le prime raccomandate verso i soggetti morosi per avvisarli che, di lì a 30 giorni, o elimineranno la posizione debitoria oppure si vedranno inseriti in una banca dati comprensiva dei nomi dei peggiori clienti insolventi. Il che può significare grattacapi non da poco, a iniziare dal fatto che le compagnie telefoniche potranno sbattere la porta in faccia a richieste di attivazione di nuove linee fisse o mobili. A quel punto l’unica alternativa è optare per soluzioni prepagate.

PER SAPERNE DI PIÙ / Tariffe telefoniche: ecco le offerte degli operatori per l'estate

Insomma, un meccanismo che richiama alla mente la centrale rischi per mutui e dei prestiti. «Diversamente dalle banche dati creditizie – tiene però a precisare l’Asstel, che associa le aziende della filiera delle tlc – il Simoitel è uno strumento di contrasto alle morosità intenzionali gravi e non a qualsiasi insoluto. Il provvedimento risponde a un’esigenza dell’industria delle tlc di fronteggiare in modo efficace il fenomeno di coloro che si sottraggono intenzionalmente dal pagare quanto dovuto nel passaggio da un operatore all’altro».

PER SAPERNE DI PIÙ / Cambiare operatore di telefonia o tv costerà meno

Per arrivare a questo risultato il lavoro non è stato da poco, né breve. La realizzazione del Simoitel discende infatti da un provvedimento del Garante per la Privacy dell’8 ottobre 2015. Il provvedimento rispondeva a una precisa richiesta dell’industria delle telecomunicazioni afflitta dal fenomeno dei cattivi pagatori, o meglio di coloro che – sfruttando le possibilità offerte dalla liberalizzazione del servizio e dalla rapidità con cui si può modificare la scelta sul proprio fornitore – spesso non pagano affatto.

Ora, dopo anni di limatura e passando attraverso un’approfondita istruttoria sotto la regia degli uffici del Garante per la privacy, la struttura giuridica e informatica del Simoitel è stata realizzata. Il soggetto gestore del Simoitel è stato scelto con procedura competitiva e sarà il Crif. E alla fine i requisiti di “cattivo pagatore” risultano essere particolarmente stringenti. Servono infatti: il distacco dal servizio con recesso dal contratto da non meno di tre mesi; un importo insoluto di almeno 150 euro; la presenza di fatture non pagate nei primi sei mesi successivi alla stipula del contratto (a indicazione dell’atteggiamento “opportunistico” dell’utente); l’assenza di altri rapporti contrattuali post-pagati, attivi e regolari nei pagamenti con lo stesso operatore (a garanzia del fatto che si vadano a colpire il turismo telefonico e le morosità intenzionali).

PER SAPERNE DI PIÙ / Tlc, la guerra dei telefonini costa 300 milioni ai tre big

«Asstel – spiega ancora l’associazione – ha posto il tema all’attenzione delle diverse Autorità producendo evidenze e stime del fenomeno e il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha ritenuto necessario l’introduzione di uno strumento ad hoc. Assicurando la correttezza dei comportamenti debitori, la funzionalità del Simoitel è certamente nell’interesse diretto degli operatori ma anche una garanzia per i tanti consumatori onesti». La speranza delle telco è di mettere un freno a un fenomeno che è molto sentito, e da tempo. Basti pensare che la scorsa estate l’Antitrust ha sanzionato Wind Tre, Tim e Vodafone per 3,2 milioni di euro in totale per pratiche commerciali scorrette. Fra queste è stata considerata la minaccia, utilizzata per spingere i propri utenti a saldare debiti e importi insoluti di entità più o meno cospicua, di iscriverli al Simoitel che però ancora non era partito. Ora è diverso. Il 27 febbraio si è costituito il Comitato di gestione della banca dati e da lunedì 18 marzo partiranno le lettere di preavviso. Con la guerra dei prezzi in atto e con gli investimenti messi in conto e alle porte per il 5G, le compagnie sono intenzionate ad agire sul punto con decisione

© Riproduzione riservata