Sono cinque le manifestazioni d’interesse pervenute per la Pernigotti e, in un caso, c’è già anche una bozza di piano industriale. A dirlo le rappresentanze sindacali dopo l’incontro al Mise con l’advisor Sernet. Confermata, sempre secondo i sindacati, la trattativa - sembra in fase avanzata - per la cessione del ramo d’azienda gelateria. «Si tratta di una situazione in divenire, per la quale è presto fare valutazioni complessive» dice Piero Frescucci, rsu Uila Uil Pernigotti. «La fase è ancora interlocutoria -conferma Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure -. Abbiamo avuto qualche certezza, ne attendiamo altre. Di certo la nostra priorità che lo “spezzatino” indebolisca il meno possibile il sito produttivo di Novi”. Nello stabilimento di viale Rimembranza stanno lavorando una trentina di persone tra impiegati e operai. La produzione di cremini dovrebbe proseguire fino al 14 aprile. Previsto nei prossimi giorni un nuovo incontro.
Nel frattempo il vice premier Luigi Di Maio ha annunciato che il provvedimento sulla crescita in cui sono state inserite le tutele per i marchi storici del made in Italy si chiamerà “Legge Pernigotti”. «Proteggeremo i marchi storici, perché se stiamo andando verso una congiuntura globale con un indebolimento dell’economia dobbiamo proteggere i nostri marchi storici del made in Italy ed evitare che finiscano in mani straniere. Questo provvedimento sarà nel provvedimento sulla crescita, che si chiamerà legge Pernigotti perché ci permetterà di proteggere marchi come quello che in passato sono finiti in mani straniere e invece noi vogliamo che restino in Italia».
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