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Perché l’Italia vuole l’accordo con la Cina spiegato in 4…

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Perché l’Italia vuole l’accordo con la Cina spiegato in 4…

il memorandum of understanding

Perché l’Italia vuole l’accordo con la Cina spiegato in 4 grafici

Il Memorandum of Understanding tra Italia e Cina porterà l'Italia, prima tra i paesi del G7, dentro alla “Belt and Road Initiative” (o Nuove vie della Seta). È il mastodontico progetto infrastrutturale-commerciale, di connessione tra Cina ed Eurasia, lanciato nel 2013 proprio dal premier cinese Xi Jinping. Perché l’Italia è interessata? Per ragioni economiche, ha spiegato il premieri Conte, a partire dalla volontà di riequlibrare la bilancia commerciale. Come si vede dal grafico qui sotto, l’Italia non è in cima ai Paesi europei che ricevono investimenti cinesi. Guidano questa classifica Regno Unito e Germania, l’Italia è terza.

GLI INVESTIMENTI CINESI IN EUROPA
Ide in miliardi di euro, valore cumulativo 2000-2018 (Fonte: Rhodium Group)

Il tema delle merci che transitano da un Paese all’altro è centrale, come si vede dal grafico qui sotto. Il nostro export verso la Cina vale 13,169 miliardi di euro, mentre l’import vale il triplo: oltre 30miliardi (dati 2018). ll trend inoltre rafforza questa tendenza: nel 2018 l’export è calato del 2,4%, mentre l’import è cresciuto dell’8,2%.

IMPORT ED EXPORT DELL’ITALIA IN CINA
Primi dieci settori 2018. Valori in milioni di euro, e var. % 2018/2017, dati cumulati (dati provvisori)

E questo è un tema italiano, non tanto europeo: come si vede dalla chart in basso la media dell’eurozona, quanto a export verso la Cina, è superiore a quella italiana. Germania, Regno Unito, Francia fanno meglio di noi.

EXPORT VERSO LA CINA
Percentuale di export di merci extra Ue28 (Fonte: Eurostat e Financial Times)

Quest’ultimo grafico è particolarmente impietoso: riguarda gli investimenti in infrastrutture nei Paesi europei. E fa capire come l’Italia non abbia recuperato quanto perso con la grande crisi di una decina di anni fa. Mentre gli altri principali Paesi europei, in particolare la Germania, sono sostanzialmente tornati al livello di investimento del 2007-2008, l’Italia resta sotto di circa il 40%. Ed è dunque in cerca di nuovi fondi.

INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE
Ribasati, base 2007=100 (Fonte: Eurostat e Financial Times)

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7 Commenti

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  • drummer4 |

    Penso che a settembre quando ci sarà la "shit storming" questi incapaci dilettanti spariranno lasciandoci in braghe di tela.E allora gli "accorducoli" per vendere qualche chilo di arance in più,lasceranno il tempo che trovano.
    Sono d'accordo con il lettore sotto:"speriamo che la Troijka venga il prima possibile per evitare guai peggiori"

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  • Maurizio 1337 |

    Quest'Italia accattona cerva invano di trovare una posizione di rispetto in Europa mendicando attenzione dalla Cina. Ora quelli che pensano che i cinesi investendo in Italia miglioreranno le condizioni economiche del Paese sono dei poveri illusi: materiali e tecnologia sarà Made in China e addirittura molto della forza lavoro sarà cinese. Anche qui l'Italia ha mostrato la sua incapacità analitica e miopia strategica
    Meno male che a breve verrà la Troika a terminare questa indecenza

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  • iltirolese |

    Anzichè tentare inutilmente di spiegarcelo con i grafici, io avrei desiderato che voi ce lo spiegaste con le parole. Tra l'altro, l'Italia, esporta prodotti di ottima o eccellente qualità, ma importa prodotti di pessima qualità e poco durevoli. Il primo Ministro avrebbe dovuto difendere l'Italia, con accordi di protezione. Qui passano i decenni ma i politici rimangono praticamente gli stessi.

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    • Andrea 8671 iltirolese

      Ovviamente importiamo sempre più prodotti di scarsissima qualità per soddisfare il nostro mercato interno, la capacità di spesa interna è calata costantemente grazie proprio alle politiche di austerity e repressive degli ultimi anni. Con meno soldi a disposizione le masse cercheranno di "spendere meno", non di "comprare meglio".
      Spostando su tali prodotti i nostri consumi interni ci si scava la fossa, le nostre produzioni interne (di indubbia qualità ma con costi maggiori) subiranno ulteriori cali di vendita nel mercato interno e continueremo così a far chiudere le nostre aziende. Le conseguenze?
      + disoccupazione
      - meno stipendi e quindi meno soldi nel sistema interno.
      Unica soluzione sono politiche anticicliche. Dare aria al sistema e rilanciare la capacità di spesa trovando il modo di guidarla verso prodotti "nazionali" per rilanciarne la produzione con effetti inversi a quelli sopra elencati.

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  • agiampieri69 |

    Non mi pare proprio che gli altri paesi della UE ci abbiano chiesto permessi per fare affari e c'è anche da dire che anche noi non abbiamo avuto problemi a vendere armi all'Arabia saudita e a commerciare con vari paesi dittatoriali . Gli unici problemi e vincoli li abbiamo avuti dalle sanzioni arbitrariamente stabilite dagli USA.

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  • caliban0 |

    l'europa ( che io sostengo ) vorrebbe gicossimo alle loro regole zitti e buoni .
    Dobbiamo fargli capire che il mondo è grande . O cambiano o ognuno fa i propri affari .

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