La tendenza ha già raggiunto quasi il 20% dei viaggi d’affari, di ceo ed export manager, ma in Italia solo il 15% delle aziende esportatrici sa di cosa si tratta.Si chiama “Bleisure” ed è la tendenza a integrare viaggi d’affari e di piacere. In pratica, aumentano le aziende che offrono al proprio manager spesso in viaggio per affari, anche esperienze culturali, culinarie, di arte, divertimento o benessere. Con l’obiettivo di motivarlo. Nel mondo anglosassone, sono bleisure il 17% dei viaggi d’affari.
Secondo la Business Travel 360 Survey, condotta per American Express da David Jarach, senior lecturer di Marketing alla Sda Bocconi e presidente di Fondazione diciottofebbraio, «solo il 14,3% degli intervistati ha saputo descrivere che cosa sia il bleisure. La maggioranza lo ha associato alla collezione di punti o miglia attraverso i programmi fedeltà di vettori e hotel. Per le imprese italiane l’obiettivo è minimizzare i costi di trasferta e sono le Pmi a dimostrarsi più permissive e accomodanti in chiave di incentivazione. Tra gli elementi di freno al bleisure si segnalano anche problemi alla rendicontazione amministrativa e tributaria. Le imprese italiane continuano a trattare il business travel come un costo da efficientare, mentre non viene sfruttato il suo potenziale in termini motivazionali».
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