L'aeroporto di Grottaglie (Taranto) accende i motori per “lanciarsi” come Spazioporto per i voli suborbitali dopo aver piazzato
altri due importanti tasselli: polo industriale, con lo stabilimento Leonardo che costruisce due sezioni della fusoliera in
fibra di carbonio del Boeing 787, e piattaforma europea per la sperimentazione dei voli senza pilota a bordo. Uno scenario
che non abbandona però la possibilità di un pieno utilizzo dello scalo anche per i voli di linea. Dichiara infatti il governatore
della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Quest'aeroporto a breve verrà ristrutturato e più viene utilizzato a fini industriali,
meno costa per i voli civili». Tant'è che dopo l'ultimo accordo tra Raynair e Aeroporti di Puglia (e non più con la Regione
come avvenuto sinora), Emiliano dice alla compagnia irlandese: «Se Raynair volesse quest'aeroporto, per gestirlo anche in
maniera totale come fa in altri casi, siamo pronti a darglielo».
Oggi a Grottaglie c'è stata una conferenza dove Aeroporti di Puglia ed Enac (Ente nazionale aviazione civile), insieme a Distretto
tecnologico aerospaziale e Regione Puglia, hanno presentato lo Spazioporto. Per Nicola Zaccheo, presidente Enac, «c'è un grandissimo
interesse da parte degli stakeholder, dei player e delle istituzioni. Il Governo ha dato mandato all'Enac di avviare questa
attività. Attività iniziata nel 2014. Dopo una serie di lunghe procedure ed una serie di valutazioni sulle infrastrutture
presenti sul territorio, è stata scelta Grottaglie come lo Spazioporto non solo d'Italia ma d'Europa». Oltre alla compagnia
americana Virgin, con la quale la Regione Puglia ha già preso contatti per i voli suborbitali, il presidente di Enac ha parlato
di interesse anche da parte di altri operatori aeronautici. «Quello dello Spazioporto è un progetto che non riguarda solo
il turismo spaziale, che è l'interesse prevalente di Virgin, ma tutti i voli commerciali suborbitali - dichiara Zaccheo -.
Questo è il futuro dell'aviazione civile e Grottaglie può giocare un ruolo fondamentale». E a fronte dell'osservazione che
il turismo spaziale e i voli suborbitali sono alla portata di pochissimi, dati i costi elevati, il presidente di Enac risponde:
«Parliamo di cose che solo pochi anni fa erano considerate fantascientifiche ma oggi sono ritenute una realtà». «Prevediamo
che col turismo spaziale, chiamiamolo così, attireremo anche tanti capitali privati per unirli agli investimenti pubblici
che sono stati fatti e che verranno fatti in futuro - commenta il sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti, Michele
Dell'Orco -. Il connubio pubblico e privato può aiutare a sviluppare non solo il turismo, che sicuramente sarà aiutato nel
territorio, ma anche la ricerca. E lo Spazioporto, aggiunge, serve anche a «sviluppare nuove tecnologie nei prossimi anni
per velocizzare i trasporti civili e magari ridurre anche i tempi di percorrenza. In viaggi dove oggi ci si mette dieci ore,
domani ci si metterà molto meno, magari anche la metà».
La tempistica prevede l'adeguamento di Grottaglie entro il 2020, ma lo scalo non diverrà subito Spazioporto. Non ci sono,
per ora, finanziamenti dedicati ma 28 milioni di fondi regionali per il potenziamento dell'infrastruttura. Mentre sulla caratterizzazione
dello scalo di Grottaglie nei voli a pilotaggio remoto e nei voli suborbitali, Tiziano Onesti, presidente di Aeroporti di
Puglia, dichiara che «il test bed per i droni esiste già. Ci sono operatori industriali che fanno qui sperimentazioni continue
tra cui Ids. Per lo Spazioporto, invece, il riconoscimento è dello scorso anno e ora bisogna dare continuità a questa azione.
In Europa ci sono due Spazioporti. Uno in Inghilterra e l'altro a Grottaglie. Alla fiera di Londra - dice Onesti - il nostro
Spazioporto piaceva e incuriosiva molto per le condizioni climatiche e la segregazione dello spazio aereo, imponente e importante.
Tutto questo pone l'infrastruttura ad un livello di rilevanza internazionale».
Ma è sull'effetto combinato (e moltiplicatore) a Grottaglie di aeroporto, polo industriale e tecnologie che scommettono in
molti. Antonio De Palmas, presidente di Boeing Italia, ricorda che si è partiti più di dieci anni fa con lo stabilimento ex
Alenia, oggi Leonardo, che produce attualmente per il 787 14 coppie al mese di sezione di fusoliera. Poi sono arrivati l'indotto,
le nuove tecnologie, il Distretto aerospaziale e ora lo Spazioporto. «Una serie di iniziative - sottolinea - stanno convogliando
attenzione verso l'area. Succede così nei poli: più tecnologie e persone arrivano, più attraggono l'interesse di altri. Si
cresce attraverso la massa critica». Afferma Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico che mette insieme aziende
e strutture di ricerca: «Abbiamo numerosi contratti da realizzare e siamo certi che attrarranno ulteriori investimenti. La
nostra visione di 10 anni addietro era corretta, ora l'aeroporto deve divenire sempre più un asset all'interno di una strategia
industriale nazionale».
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