Sono iniziate le operazioni di demolizione delle prime case sotto il troncone Est del viadotto Morandi, in via Porro. In mattinata
sul posto sono arrivate le grandi gru e alcuni camion hanno portato i contenitori per raccogliere gli ultimi oggetti ancora
presenti all'interno delle palazzine interessate dalla demolizione. L’avvio delle operazioni vere e proprie è partito, invece,
nel pomeriggio.
Intanto il Comitato Liberi cittadini di Certosa e l’Osservatorio nazionale amianto (Ona) hanno integrato, per la seconda volta,
l’esposto-querela presentato in Procura a Genova il 20 febbraio 2019, per chiedere maggiori controlli sull’uso degli esplosivi
in relazione alla demolizione di quel che resta del ponte.
Nel nuovo documento il comitato chiede «l’apertura di nuove indagini sull’uso dell’esplosivo per l’abbattimento delle pile
10 e 11».
Secondo Ona e il Comitato di Certosa «la popolazione, nonostante la presenza di date ufficiose riguardo l’esplosione del ponte,
non sarebbe stata messa a conoscenza adeguatamente di questa intenzione e di alcuni temi connessi come l’evacuazione e lo
stoccaggio e il trasporto dei detriti delle due pile fatte saltare in aria con la dinamite».
Su questo punto il sindaco di Genova e commissario per la demolizione, Marco Bucci, ha voluto tranquillizzare la popolazione esponendosi in prima persona: «Sarò il primo – ha detto, parlando del pericolo polveri - a entrare nella zona dopo l’esplosione che demolirà le pile, per dimostrare che va tutto bene. Per adesso la best option per la demolizione del ponte è il 24 giugno: lo sgombero sarà fatto dalle 7 alle 22, prevediamo l’esplosione tra le 9,30 e le 10 di mattina. L’invito ai cittadini è stare fuori Genova se ne hanno la possibilità. A chi non può, garantiremo un ricovero, i pasti e ci sarà la possibilità del rientro in serata verso le 22».
«Prevediamo – ha aggiunto - tantissime misure per ridurre il rischio polveri: sarà erogata acqua prima dell’esplosione per
fare una cascata iniziale, poi verrà gettata altra acqua sotto; i detriti, Insomma, cadranno su delle trincee d’acqua. Infine
le lance spareranno acqua a contorno. Le simulazioni ci dicono che dopo quattro ore dall’esplosione ci sarà lo stesso livello
di polveri rispetto a prima dell’esplosione. Ma noi faremo rientrare la gente dopo 12 ore».
In mattinata si è svolta anche l’udienza del secondo incidente probatorio per accertare le cause del crollo del Morandi, che ha causato la morte di 43 persone. L’avvocato ed ex Guardasigilli Paola Severino, che difende l’ex ad di Autostrade, Giovanni Castellucci, ha sollevato eccezioni per chiedere che la Procura di Genova depositi tutti gli atti su cui sono fondati i 40 quesiti proposti dai Pm nell’ambito del secondo incidente probatorio.
Secondo Severino, infatti, i quesiti dell’accusa sarebbero fondati su documenti che ancora i legali degli indagati (che a loro volta hanno chiesto il deposito degli atti) non conoscono e si profilerebbe, quindi, una limitazione della difesa.
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