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Inquinamento, foto shock: pianura padana (con smog) vista…

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Servizio |L’immagine di Copernicus

Inquinamento, foto shock: pianura padana (con smog) vista dal satellite

Mentre a Torino il ministro dell’Ambiente e l’Unione europea discutono il Clean Air Dialogue contro l’inquinamento del piano padano, mentre oggi si celebra la Giornata mondiale dell’ambiente, ecco una fotografia shock della pianura padana scattata dai satelliti europei della missione Copernicus Sentinel 5-P. Si tratta delle misurazioni di ossidi di azoto, e in particolare l’NO2, rilevati fra gennaio e aprile di quest’anno. (Copyright della foto: l’immagine contiene un’elaborazione dei dati Copernicus Sentinel 2019, processati da ESA, CC BY-SA 3.0 IGO).

La prima causa di questo inquinamento viene dalle condizioni meteoclimatiche e geofisiche uniche della pianura padana, che concentra tutte le emissioni anche naturali senza mai disperderle. L’inquinamento delle città padane, che è in calo drastico da decenni e che non sembra incidere sullo stato di salute della popolazione mediamente migliore che altrove, non potrà mai essere azzerato del tutto nemmeno “spegnendo” qualsiasi attività umana. Per questo motivo a dispetto della migliore qualità dell’aria le rilevazioni e le fotografie continuano (e continueranno sempre) a dare risultati così rilevanti.

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Questa immagine drammatica dell’inquinamento padano visto dal satellite mostra le emissioni prodotte soprattutto dal ciclo dell’azoto della vegetazione spontanea ma soprattutto delle colture, con le concimazioni NPK, ma anche dal letame del bestiame negli allevamenti intensivi e in modo rilevante anche dalle emissioni dei motori diesel, dai fumi industriali e dalle altre emissioni artificiali e naturali.

Questo composto, il biossido di azoto, può avere effetti importanti sulla salute, e in particolare può indurre problemi alla respirazione. Tuttavia la pianura padana gode di uno stato di salute mediamente migliore che altre parti d’Italia e d’Europa.

La Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell’Italia per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, per i superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite delle polveri fini Pm10 e del biossido di azoto.
Eventuali sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione europea potrebbero imporre oneri economici di entità molto rilevante, nonché la possibile riduzione dei Fondi strutturali per l’Italia.

Da decenni le condizioni dell’aria padana stanno migliorando in modo visibile con emissioni assai inferiori ad altre zone più contaminate, tuttavia l’inquinamento di origine naturale e quello prodotto dall’uomo non si disperdono per le condizioni del piano padano, circondato da catene montuose e privo di venti.
Purtroppo ciò impedirà un successo pieno a qualsiasi politica ambientale, comprese quelle chieste da molti.

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Intanto è in corso a Torino il Clean Air Dialogue, un appuntamento che vede, nel capoluogo piemontese il commissario europeo all’Ambiente Karmenu Vella, la sindaca Chiara Appendino, ministri, Regioni e i portatori d’interesse nei vari

settori riuniti in un confronto serrato, con l’obiettivo di condividere e promuovere le misure più efficaci e le migliori pratiche, presentare i progressi raggiunti, promuovere le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura e sulla sanità pubblica.
«Abbiamo riunito qui a Torino — ha osservato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa — gli “stati generali” dell’aria, una due giorni senza precedenti: in modo strutturato rispetto al passato, in modo risolutivo e inclusivo, per affrontare quella che è una vera e propria emergenza».

(Copyright: contains modified Copernicus Sentinel data 2019, processed by ESA, CC BY-SA 3.0 IGO)

(L’articolo è stato aggiornato alle ore 12,15 di mercoledì 5 giugno 2019).

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