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“Regina d’Italia”, nuovo yacht di Dolce &…

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NAUTICA

“Regina d’Italia”, nuovo yacht di Dolce & Gabbana: super lusso sostenibile

Si chiama “Regina d’Italia”, come il primo yacht che si fecero costruire nel 2006. Ma è lungo 14 metri in più – 65 contro i 51 del precedente – e si segnala per l’evoluzione tecnologica, del design ma anche della sostenibilità ambientale. È il nuovo motoryacht che Stefano Dolce e Domenico Gabbana, tra gli stilisti italiani di maggior prestigio, si sono fatti costruire ancora una volta dal cantiere Codecasa di Viareggio. Il valore dell’imbarcazione si aggira intorno ai 50 milioni di euro.

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Il nuovo Codecasa 65 – Costruzione F74 è in acciaio e alluminio, distribuito su 5 ponti, ed è frutto della collaborazione tra lo staff tecnico del cantiere e lo studio di architettura M2 Atelier di Milano scelto personalmente dai due stilisti.

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Il “Regina d'Italia”, il nuovo motoryacht che Stefano Dolce e Domenico Gabbana

Il “Regina d'Italia”, che batterà bandiera italiana ed è stato acquistato dai due stilisti attraverso una società di leasing, ha ampi spazi che vogliono offrire contemporaneamente massima visibilità e privacy in tutti gli ambienti, sia esterni che interni. Tra le molte particolarità lo yacht conta due suite armatoriali, 4 cabine ospiti, una palestra e una piscina di 5 metri per due sul ponte sole.

Lo yacht è stato costruito secondo le norme del Lloyd’s Register per l’ottenimento della Classe più alta nonché in conformità con il codice “LY3 the Large Commercial Yacht Code” della British Maritime and Coast Guard Agency (Mca) per avere la “Letter of Compliance” come “Unrestricted Yacht”; ha anche la più alta Classe del Rina.

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Equipaggiato con 2 motori Caterpillar 3516C (1825 kW / 2448 hp @ 1600 rpm), raggiungerà la velocità massima di 17 nodi a dislocamento leggero e ha un’autonomia transatlantica di 5.000 miglia a 12 nodi.
Il Cantiere Codecasa – storica azienda di Viareggio, leader nella produzione di mega yacht in acciaio, guidata da Fulvio Codecasa - ha progettato questo motoryacht per avere la massima sostenibilità ambientale, dotandolo di un impianto di trattamento per le acque di sentina, di un impianto di trattamento per le acque di zavorra, di un impianto di trattamento dei liquami, di una cella refrigerata per i rifiuti, oltre che olio biodegradabile negli astucci degli assi e nelle losche dei timoni.

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