La procedura del concordato in continuità per il Casino di Saint Vincent attraversa le secche di un passaggio più politico che economico: l’approvazione del bilancio 2018 della Casa da gioco, con un’assemblea dei soci – Regione Valle d’Aosta al 99,9% e Comune di Saint Vincent allo 0,1% – già alla seconda convocazione e le incognite di una situazione che resta assai critica. A pagare il prezzo più alto, finora, sono i creditori – i debiti della casa da gioco superano i 50 milioni di euro – e i dipendenti sia della casa da gioco che dell’hotel, con il piano di riduzione del personale già avviato.
La Regione in sostanza ha deciso di lasciare aperta per il momento la questione del bilancio e di rimandare l’approvazione. In una nota chiarisce di aver ritenuto «necessario, a tutela dei soci e dell’azienda, disporre che la Società riavvii il procedimento di formazione del progetto di bilancio e torni a sottoporre all’assemblea, nel più breve tempo possibile, un bilancio sociale che riscontri la positiva valutazione degli organi di controllo e che sia pienamente conforme alle applicabili disposizioni di legge». Troppe incognite, troppi dubbi. La Regione prende tempo, chiede di fatto all’amministratore unico Filippo Rolando di riscrivere il bilancio e ribadisce che «i soci verificheranno l’andamento di tale ulteriore fase procedimentale e, per quanto di propria competenza, adotteranno ogni iniziativa utile al fine di assicurarne il corretto e tempestivo svolgimento».
Tra i creditori c’è anche l’armatore Manfredi Lefebvre D’Ovidio, presidente del gruppo Heritage, un nome che in Valle d’Aosta torna periodicamente, più o meno a ridosso dell’approvazione periodica del bilancio della casa da gioco, proprio perché lui è tra coloro che vantano creditori verso il Casino. Da qui nasce anche il potenziale interesse dell’imprenditore – oggi più «liquido» che mai grazie alla cessione a Royal Caribbean Cruises del 66,7% di Silversea Cruises – per l’eventuale acquisizione della casa da gioco valdostana.
In questa fase, a dir la verità, si tratta più di una ipotesi da manuale che non di una vera e propria scelta industriale, perché il concordato in continuità non prevede l’ingresso di un nuovo socio nella compagine sociale. Diverso sarebbe il discorso se la casa da gioco fallisse e si aprisse un’asta, ma anche in questo caso ci sarebbe anche da valutare come intervenire sulla normativa regionale per aprire ad un socio privato la Casino de la Vallée. Una cosa, però, è certa: sulla casa da gioco serve una strategia chiara, per evitare che i debiti finiscano per far traballare la Regione Autonoma. Alle prese, tra l’altro, con una potenziale crisi di governo, al centro del prossimo consiglio regionale convocato il 12 e il 13 giugno.
L’approvazione del bilancio del 2018 è di fatto una delle condizioni, come sottolineato anche dal commissario Ivano Pagliero nominato dal Tribunale di Aosta, per proseguire sulla strada del concordato. Anche se nella nota, la Regione autonoma sottolinea che «il concordato mantiene un percorso separato rispetto all’approvazione del bilancio e quindi non ci sarà alcun impatto sulla regolare prosecuzione della procedura di concordato preventivo della Società».
Con l’istanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica di Aosta, però, in caso di mancata omologazione della procedura di concordato, non si può certo escludere che la situazione di fatto precipiti. Tutto questo a un mese dall’assemblea dei creditori fissata per il 9 luglio prossimo.
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