La risalita prosegue. Nella classifica stilata ogni anno sul valore delle università (QS World University Rankings), il Politecnico
di Milano si posizione per la prima volta tra i primi 150 atenei al mondo (149° posto, 7 posizioni in più rispetto allo
scorso anno), confermandosi per il quinto anno consecutivo anche prima Università italiana e ottenendo in assoluto il proprio
risultato migliore.
Scalata che il Politecnico di Milano compie quest'anno in particolare grazie all'apprezzamento della comunità accademica internazionale
e alla reputazione aziendale.
Secondo l'indicatore specifico dell'Academic Reputation, infatti, l'Ateneo ha ottenuto un punteggio di 60,4, classificandosi
al 119° posto nel mondo, due posizioni in più rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda l'Employer Reputation il Politecnico
di Milano ottiene 84,3 punti, classificandosi al 61° posto al mondo e confermando la qualità dei laureati come proprio punto
di forza.
Risultato migliorato anche per l'impatto della ricerca: secondo il cruciale indicatore Citation per Faculty, che misura le
citazioni nelle pubblicazioni scientifiche indicizzate dalla banca dati bibliometrica Scopus/Elsevier rispetto al numero di
docenti e ricercatori, il Politecnico di Milano migliora di ben 26 posizioni, passando dal 190° posto al mondo della precedente
edizione, al 164°.
Nonostante gli sforzi evidenti degli ultimi anni e il miglioramento del profilo globale, a frenare le medie sono la proporzione
di docenti internazionali (parametro International Faculty), per cui il Politecnico di Milano si posiziona al 364° posto mondiale,
e la proporzione di studenti internazionali (parametro International Students), per cui si situa 269° posto. Parametro in
cui comunque in termini di variazione si concretizza al performance migliore, con un guadagno di ben 51 posizioni in un solo
anno.
«Il Politecnico di Milano - commenta il rettore Ferruccio Resta - non rallenta la sua corsa e continua a migliorare in reputazione e credibilità. Un traguardo importante raggiunto grazie all'impegno e al duro lavoro dei nostri ricercatori e del nostro personale; grazie alla continua collaborazione con le imprese e al costante supporto degli Alumni. Un passo in avanti per la città di Milano e per il territorio lombardo, ma di cui non ci accontentiamo. Siamo consapevoli che i prossimi risultati dipenderanno dalla nostra capacità di attrarre docenti qualificati dall'estero e dalla volontà del Paese di mettere in atto politiche universitarie adeguate».
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