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L’algoritmo per spendere prima e meglio i fondi europei

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L’algoritmo per spendere prima e meglio i fondi europei

L'intervento di Nicola De Michelis, (da poco nominato responsabile dell'attuazione dei programmi operativi di Portogallo, Spagna, Cipro, Grecia, Malta e Italia) durante la tavola rotonda dell'evento finale di Perceive Project a Bruxelles
L'intervento di Nicola De Michelis, (da poco nominato responsabile dell'attuazione dei programmi operativi di Portogallo, Spagna, Cipro, Grecia, Malta e Italia) durante la tavola rotonda dell'evento finale di Perceive Project a Bruxelles

Un vero e proprio simulatore per individuare i “colli di bottiglia” che rallentano o addirittura bloccano l'utilizzo dei fondi strutturali europei. È il PERCEIVE Simulation Lab, «un ambiente virtuale in cui è possibile simulare le conseguenze di lungo-periodo di interventi sul processo di implementazione della politica di coesione, dall'allocazione dei fondi, alla produzione dei bandi, alla gestione delle domande fino al processo di rendicontazione» ha spiegato Edoardo Mollona del Dipartimento di Informatica dell'Università di Bologna. Insieme a Eirini Aivazidou e Giovanni Cunico, Mollona ha sviluppato questo strumento e lo ha presentato in un workshop a Bruxelles in occasione dell'evento finale di Perceive Project, un progetto di ricerca finanziato dal programma europeo Horizon 2020 e il cui obiettivo principale era indagare il rapporto tra la politica regionale dell'Unione europea e i cittadini, in particolare il livello di identificazione con i valori europei.

L'algoritmo semplificato di PERCEIVE Simulation Lab

Perceive sta per “Perception and evaluation of Regional and Cohesion Policies by Europeans and Identification with the values of Europe”. Guidato da Cristina Brasili e dallo stesso Edoardo Mollona, docenti dell'Università di Bologna, ha coinvolto altre sei università e centri di ricerca di altrettanti paesi europei .

In fin dei conti, cosa fa per te l’Europa?

Il simulatore, alla cui base c'è un algoritmo particolarmente complesso, consente di sperimentare «in laboratorio» le conseguenze di variazioni dei profili politici, burocratici e amministrativi della politica di coesione, di discontinuità macroeconomiche o di interventi sulle risorse e capacità delle amministrazioni locali che gestiscono i fondi europei.
«I partecipanti al workshop – ha spiegato ancora Mollona - sono stati guidati in un percorso di sperimentazione di politiche e scenari alternativi, imparando ad anticipare la formazione di colli di bottiglia e ritardi nell'assorbimento delle risorse comunitarie».

Gli altri risultati del Progetto Perceive

Lo strumento di simulazione è solo uno dei risultati prodotti dalla ricerca guidata dall'Università di Bologna. Nell'indagine sul rapporto tra i cittadini e l'Europa e le interconnessioni con gli aiuti comunitari, sono emerse una scarsa consapevolezza delle politiche di coesione e una grande difficoltà di comunicazione di questi temi, soprattutto sui nuovi canali, in particolare i social.


Quattro suggerimenti per la Commissione europea

Lo studio ha individuato anche alcune linee di intervento suggerite alla Commissione europea «per migliorare la Politica di Coesione dell'UE e per far sì che la sua conoscenza abbia un impatto importante sull'identificazione e il supporto dei cittadini all'Unione» ha spiegato Cristina Brasili. «Le quattro aree essenziali in cui si dovrebbe tradurre l'azione politica della Commissione sono: semplificazione e continuità nella regolamentazione; flessibilità nel rispondere ai bisogni locali e aggiustamenti nella strategia di programmazione per rispondere ai cambiamenti del contesto socio-economico; capacità amministrativa e costruzione di una buona governance regionale; database armonizzati e completi di dati, macro e micro, sull'attuazione della politica di coesione per rispondere alle esigenze di conoscenza dei ricercatori e a quella di trasparenza dei cittadini».

Queste policy recommendations, proposte dal team di Statistica dell'Università di Bologna, alla Conferenza finale di PERCEIVE, «hanno trovato completo accordo in Dana Spinant (Director of Budget, Communication and General Affairs della Dg Regio, ndr.) che nel suo intervento – ha riferito ancora Cristina Brasili - si è detta completamente d'accordo sulla necessità di un'azione politica incisiva nelle quattro aree proposte».
Dal lavoro di ricerca, durato tre anni, è emerso che «il supporto e l'identificazione con il progetto dell'Ue sono sostanzialmente determinati da variabili soggettive. La consapevolezza di aver beneficiato in prima persona dei fondi europei e la percezione del miglioramento della situazione economica della propria regione portano a modificare sostanzialmente il livello di identificazione dei cittadini con l'Unione. Da qui il ruolo fondamentale della comunicazione della Politica di Coesione. PERCEIVE, l'acronimo del progetto – ha concluso - è risultato una chiave di lettura fondamentale in questi tre anni di lavoro».

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