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Morire di burocrazia

19 marzo 2014

Impresa & Territori IndustriaIkea: ci sono voluti nove anni per aprire a Pisa. Inaugurazione il 5 marzo

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Ikea: ci sono voluti nove anni per aprire a Pisa. Inaugurazione il 5 marzo

PISA - Arriva al traguardo il più tormentato (sul fronte dell'iter autorizzativo) negozio Ikea in Italia, quello di Pisa, diventato il simbolo delle difficoltà e dei tempi di attesa che deve sopportare chi vuole investire nel nostro Paese. Dalla presentazione del primo progetto all'apertura del punto vendita, fissata per mercoledì prossimo, 5 marzo, con l'ormai tradizionale colazione a base di vodka, sardine e salmone, sono passati nove anni (si veda articolo in pagina).

Ma il negozio pisano, il 21esimo in Italia della multinazionale svedese leader nei mobili pronti da assemblare, può essere considerato anche l'emblema della mancanza di lavoro che colpisce soprattutto i giovani: i curricula mandati a Ikea dagli aspiranti occupati sono stati 28.616, tra i quali l'azienda ha scelto 192 "coworker" (l'88% sotto i 35 anni) assunti per il 70% a tempo determinato, ma destinati – come hanno spiegato ieri, presentando il nuovo negozio, Valerio Di Bussolo, responsabile Relazioni esterne Ikea Italia e lo store manager pisano Magnus Andersson – a essere stabilizzati nel giro di 18-24 mesi sulla base dell'andamento delle vendite. Del resto, hanno ricordato i due manager, il 95% dei settemila dipendenti italiani di Ikea è a tempo indeterminato.

La selezione dei 192 assunti ha richiesto l'impiego di un team di 21 addetti del reparto Risorse umane Ikea, che ha fatto 3.750 interviste telefoniche, 1.300 colloqui individuali e 117 colloqui di gruppo, ottenendo un risultato mai visto prima: il 45% dei neoassunti a Pisa è laureato (contro il 5% di Milano o il 25% dei negozi al Sud), a conferma di una "caccia al posto" che mai come oggi si sta rivelando difficile. Ai dipendenti diretti Ikea (per il 63% part time) si aggiungono poi 90 posti di lavoro nell'indotto (trasporto e montaggio, pulizie, sicurezza).

Il negozio di Pisa, nella zona dei Navicelli vicino all'aeroporto Galilei, si estende su 33.600 mq, di cui 12mila dedicati al l'esposizione e vendita; conta un parcheggio da 1.200 posti auto e ristorante self service da 400 posti e ha richiesto un investimento di 68 milioni. Costruito da Unieco, è dotato di un impianto fotovoltaico (690,15 Kwp, il più grande dei negozi italiani di Ikea) che produce il 20% del fabbisogno energetico e di illuminazione interna ed esterna a Led. Il negozio pisano ha anche una forte dotazione tecnologica, tra cui 24 casse self-service sulle 31 totali, e proporrà in anteprima per l'Italia il nuovo sistema di cucine flessibili Metod, che sarà lanciato in tutti gli altri 20 store Ikea dal 1 aprile.

Ora che il traguardo dell'apertura a Pisa è stato raggiunto, i manager Ikea guardano avanti, pronti ad archiviare il percorso burocratico a ostacoli che ha trovato sbocco solo in extremis, grazie all'intervento del presidente della Regione, Enrico Rossi: «Rossi ha assunto il ruolo di "sportello unico" – ha affermato Di Bussolo –, svolgendo una funzione lungimirante e imprimendo una forzatura. Certo, potevamo aver aperto prima, ma tant'è». «Consoliamoci col fatto – ha aggiunto – che non è solo l'Italia ad avere una vischiosità dei tempi di autorizzazione: anche i nostri colleghi spagnoli e francesi stanno cercando da anni di aprire negozi a Valencia e Nizza; a Valencia forse ci riusciremo quest'anno, ma dopo 15 di attesa».

In Italia, invece, Ikea conferma di mantenere aperti i dossier di Verona, del terzo negozio a Roma e del quarto a Milano; di aver "congelato" quello di Perugia per le difficoltà autorizzative; e di puntare con decisione ad aprire a Cagliari. Restano in ballo anche il secondo negozio in Piemonte e il secondo in Sicilia, a Palermo. Dunque la multinazionale non abbandona l'Italia: «Nel nostro piano di espansione c'è ancora qualche buco», hanno affermato ieri i manager. E questo nonostante le vendite sul mercato italiano siano in affanno: «Viaggiamo ancora su dati negativi, anche se meno marcati rispetto ad agosto», ha rivelato Di Bussolo (nel bilancio chiuso al 31/8 il fatturato Ikea in Italia ha segnato -4,5%, che sale a -7,8% a perimetro costante). «Speriamo di aver toccato il punto più basso, qualche spiraglio sembra esserci».

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