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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2014 alle ore 09:13.

Tempi duri anche per il gigante svedese del mobile in scatola. Il bilancio del 2013 (chiuso ad agosto) di Ikea Italia Retail ha registrato una perdita di 15,2 milioni su 1,56 miliardi di fatturato. Il secondo chiuso in rosso, dopo il -10 milioni del 2012. Sull'ultima riga del bilancio hanno pesato ammortamenti e svalutazioni per 100 milioni (tra cui la svalutazione per 18,8 milioni del negozio di Salerno) ma soprattutto il calo delle vendite: il fatturato è scivolato del 4,9% non per il numero dei clienti (che anzi è salito da 17,9 milioni a 18) ma per uno scontrino medio più leggero, passato da 85,9 euro a 84. Alla fine la società italiana ha perso 80 milioni di ricavi in un anno (e 113 in un biennio) nonostante i 12 derivanti dal decollo delle vendite online e dai 49 milioni del nuovo negozio di San Giovanni Teatino (Chieti).
Oggi qual il trend delle vendite? «C'è un discreto recupero – osserva Lars Petersson, ad di Ikea Italia – ma il segno rimane ancora negativo. Vendiamo lo stesso numero di prodotti del'anno prima ma lo scontrino medio è ancora in caduta: il cliente sceglie prodotti di minor valore». Il top manager difende la decisione di assorbire l'aumento dell'Iva dello scorso ottobre: «Era la decisione giusta: non potevamo aumentare i prezzi quando le famiglie tagliano gli acquisti». Petersson ammette che quest'anno sarà difficile aumentare il fatturato (a parità di rete) ma «sono fiducioso di chiudere in pari». Fidando su cosa? «Abbiamo in cantiere varie iniziative – sostiene, con cautela, Petersson – La più vicina è, per esempio, una nuova cucina che lanceremo il 1° d'aprile: un prodotto innovativo frutto di anni di ricerca e di sviluppo con diverse aziende specializzate italiane».

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