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L’Ice spinge l’export delle imprese ad alto potenziale di sviluppo

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L’Ice spinge l’export delle imprese ad alto potenziale di sviluppo

Un patto per crescere sui mercati esteri. Lo propone l’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero, alle aziende a più alto potenziale di sviluppo in termini di internazionalizzazione: assistenza personalizzata e un piano industriale disegnato sulle specifiche esigenze a fronte di una quota di partecipazione a carico dell’impresa. «Chiediamo che siano le stesse imprese le prime a credere nella sfida, per cui abbiamo previsto un loro contributo» dice il sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto che ha presentato il progetto “Alti Potenziali” ieri con un videomessaggio nel corso dell’incontro sul programma Elite organizzato da Borsa Italiana.

Nella prima fase sarà un “progetto pilota”, replicabile in caso di successo,finanziato con risorse pubbliche pari a 3 milioni (compresi i costi di gestione) reperite nell’ambito del programma “Promozione filiere del made in Italy”. A questo si aggiungono le risorse private che dovrebbero mobilitare le prime 30 imprese selezionate: 15mila euro ciascuna.

“Le imprese da coinvolgere saranno individuate in base a due requisiti: ricavi aziendali compresi tra 50 e 150 milioni e fatturato export consolidato pari ad almeno il 30% del fatturato complessivo”

 

L’obiettivo dell’Ice è quindi offrire una consulenza di alto livello da co-finanziare. L’Agenzia agirà da “aggregatore” di servizi a valore aggiunto, ricorrendo anche a società specializzate da individuare attraverso una gara europea. Le stesse imprese da coinvolgere saranno identificate attraverso una selezione che avrà due requisiti di base: ricavi aziendali compresi tra 50 e 150 milioni e fatturato export consolidato pari ad almeno il 30% del fatturato complessivo. Un target di medio ed alto livello nel panorama dell’internazionalizzazione. «Con questo programma ci rivolgiamo ad aziende che hanno già posto l’export al centro delle proprie strategie di sviluppo - dice Scalfarotto -. Imprese che sono sul mercato con prodotti e servizi competitivi e hanno già delle buone performance sui mercati esteri. Pensiamo che molte di loro possano fare di più, e che siano lontane dallo sfruttare a pieno il loro potenziale»

La filosofia di questo approccio è dunque diversa da quella che ha ispirato l’iniziativa “export manager” con la quale, attraverso l’impiego temporaneo di un management specializzato, si è puntato a far debuttare sui mercati esteri imprese quasi esclusivamente concentrate sulla domanda domestica. Con questo nuovo progetto, prosegue Scalfarotto, «le aziende saranno invece affiancate nell’individuazione dei paesi target, nella costruzione di un piano di internazionalizzazione personalizzato e saranno accompagnate nella conseguente fase di implementazione». Un errore ricorrente sui mercati esteri è l’approccio al canale distributivo, e questo sarà uno dei punti centrali del piano di consulenza che dovrà essere elaborato dagli esperti esterni e dalle risorse interne dell’Ice nell’arco di sei settimane.

Lo schema del progetto è già contenuto in una convenzione firmata tra ministero dello Sviluppo economico ed Ice ma occorreranno ancora alcuni passaggi per partire. Il primo è la definizione della gara per le società specializzate, poi andranno dettagliati i requisiti per la partecipazione delle imprese. Lo staff dell’Ice stima che le aziende interessate potranno presentare le domande intorno alla fine di ottobre.

Il progetto dunque diventerà operativo sotto la supervisione del nuovo ministro dello Sviluppo economico. La nomina di Scalfarotto a sottosegretario allo Sviluppo è stata approvata dal consiglio dei ministri lo scorso 8 aprile, dunque già dopo le dimissioni di Federica Guidi da ministro. Il successore non è stato ancora nominato. Ed è probabile che si attenda il nuovo ministro anche per formalizzare il nuovo corso all’Ice: il mandato dell’attuale presidente, Riccardo Monti, termina ad aprile e il successore designato è Marco Simoni, attuale consulente del premier per i temi relativi all’attrazione degli investimenti esteri. Sarà dunque Simoni a testare sul campo il successo del progetto “Alti Potenziali”.

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