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Cyber security: in azienda servono professionisti, non mestieranti

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Cyber security: in azienda servono professionisti, non mestieranti

Ne parlano tutti. E tutti ostentano una padronanza della materia che – se corrispondesse al vero – il cittadino potrebbe non avere più nulla a che temere sul fronte delle minacce tecnologiche che impensieriscono il pianeta. Le chiacchiere, in cui si cimentano moltitudini indefinite di esperti autodichiarati, sono in realtà il risultato di una quasi inevitabile contaminazione innescata dalla indiscussa necessità di organizzare aziende ed enti pubblici in vista di possibili attacchi cibernetici. La guerra digitale è in corso da anni e il ripetersi di incidenti a connotazione informatica testimonia la fragilità degli obiettivi presi di mira da potenze straniere, dall'immancabile concorrenza di settore, da vandali e malintenzionati, da attivisti e boicottatori, da dipendenti infedeli o semplicemente arrabbiati con il datore di lavoro.

La fertilità di questo segmento della sicurezza ha garantito il proliferare di mestieranti che offrono sul mercato consulenza e servizi che non sempre riescono ad assicurare il livello di protezione auspicato dal committente. Smanettoni e affabulatori hanno cavalcato l'onda emotiva che ha travolto l'opinione pubblica, ma poco alla volta il potenziale cliente ha maturato un livello di consapevolezza che porta a scegliere interlocutori “garantiti”. Chi sogna di diventare una sorta di cintura nera della difesa cibernetica non può fare a meno di intraprendere un percorso formativo in cui miscelare in maniera equilibrata conoscenze “scolastiche” ed esperienze “pratiche”. Se non si vuol finire al tappeto e subire un tanto spettacolare quanto drammatico “ippon” (quello che judoka e karateka si traduce nel KO dei pugili), occorre allenarsi e trovare …la palestra giusta.

Giocare la partita in questo campo richiede una serie di competenze trasversali, che spaziano dall'universo digitale al pianeta della giurisprudenza. Non è facile, quindi, individuare un itinerario didattico che assicuri l'acquisizione di un profilo davvero adeguato per le sfide cui si andrà incontro. A dispetto del fatto che il termine “cybersicurezza” è addirittura divenuto una sorta di intercalare, piazzato spesso anche in contesti radicalmente estranei, occorre procedere in una attenta ricognizione. Anni di esperienza nel settore mi hanno portato a leggere in maniera critica le possibilità di formazione e, nonostante il pullulare di opportunità spesso sgargianti, a faticare nell'individuazione di un corso che non tradisca le aspettative.

“Il «Master in Criminologia e Cyber Security» verrà inaugurato a breve dalla Fondazione Inuit dell'Università di Tor Vergata a Roma”

 

Chi vuole avventurarsi in questo mondo può optare, ad esempio, per il «Master in Criminologia e Cyber Security» che a breve sarà inaugurato dalla Fondazione Inuit dell'Università di Tor Vergata a Roma. Si tratta di un Master Executive di II livello e richiede prerequisiti vincolanti: il candidato alla rigorosa selezione deve essere in possesso del diploma di Laurea quadriennale o quinquennale del vecchio ordinamento o di quello di Laurea specialistica o Magistrale. Oltre ai “pezzi di carta”, chi aspira al Master deve sostenere e superare le severe prove pre-selettive e un colloquio orale in cui la Commissione verifica anche le reali motivazioni del potenziale specializzando.

Il percorso didattico – presieduto dal professor Maurizio Talamo, prorettore dell'Ateneo – si pone il traguardo di creare e promuovere elevati livelli di competenza nelle Scienze Criminologiche e Forensi e nella Sicurezza Informatica, forgiando professionisti in grado di ben figurare sia nel contesto privato sia in quello della Pubblica Amministrazione. Il “menu” delle materie somministrate è strutturato per “sfamare” la fame di conoscenza che deve caratterizzare chi un domani dovrà cimentarsi in impegnativi cyber-duelli.
Le basi di criminologia e di psicologia investigativa serviranno ad inquadrare il possibile e spesso imprevisto avversario, mentre le cognizioni di intelligence e analisi investigativa aiuteranno ad affrontarlo.

La sicurezza informatica viene affrontata partendo dal denso quadro normativo che disciplina il settore per arrivare alle problematiche organizzative, gestionali e man mano più tecniche che connotano sistemi di elaborazione e reti di comunicazione, così da ottenere valida padronanza delle metodologie di difesa e protezione. La fruizione del Master nel fine settimana (le lezioni sono previste nel pomeriggio del venerdì e nell'intera giornata del sabato) consente di non perdere una simile occasione anche a chi debba fare i conti con orari e impegni di una attuale diversa occupazione. Senza dubbio tanti sacrifici, ma può valerne la pena perché il giorno in cui il merito varrà di nuovo qualcosa si sta rapidamente avvicinando.

(Clicca qui per vedere il sito della Fondazione Inuit)

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