Una serie di «regole d’oro», proposte e soluzioni innovative sul piano didattico, organizzativo e tecnologico per far funzionare meglio l’alternanza scuola-lavoro in Italia. Le propone il Rapporto di Fondazione Eyu che, coordinato dal ricercatore esperto in sociologia e mercato del lavoro Francesco Giubileo, ha raccolto e analizzato , da Nord a Sud, i casi di maggior successo nella connessione tra scuola e mondo produttivo e del lavoro, ridisegnato dalla riforma della «Buona Scuola» e attuato, come racconta Giubileo «a macchie di leopardo», con entusiasmo e difficoltà da entrambe le parti.
Le soluzioni per far decollare e consolidare un sistema duale calato nella realtà italiana? Individuare le esperienze migliori e trasformarle in standard da imitare. Formare i responsabili scolastici e i tutor, sia negli Istituti che nelle imprese. Dare un ruolo attivo ai servizi pubblici per l’impiego e connettersi con gli operatori privati dell’intermediazione che hanno già iniziative avviate in proprio con il mondo della scuola e dati, raccogliere le disponibilità delle imprese ad accogliere i ragazzi in una piattaforma-portale efficiente gestita dai ministeri del Lavoro e Miur, trovare le risorse coinvolgendo le Fondazioni bancarie e delle associazioni di categoria, i Fondi interprofessionali, i fondi comunitari e pensare a un sistema di credito di imposta per le aziende che assumono, previsto ora anche nel Def.
Perché la regola numero uno è proprio convincere le aziende ad ospitare gli studenti di ogni indirizzo scolastico e a diventare, a loro volta, testimonial del progetto. La sfida, come spiega Francesco Giubileo nell’intervista video sul canale lavoro Job24, è grande: «Si tratta di garantire a regime, cioè entro i prossimi due anni, la possibilità di fruire dei percorsi di alternanza a un milione e mezzo di giovani».
(R.San)
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