Management

A un colloquio di lavoro la prima regola è non fare «le vittime»

  • Abbonati
  • Accedi
strategie di comunicazione

A un colloquio di lavoro la prima regola è non fare «le vittime»

Capita che, durante un i colloquio di selezione, alla domanda sulle nostre esperienze professionali precedenti, finiamo col parlare in toni vittimistici , o addirittura male, dell'azienda per cui abbiamo lavorato e dei colleghi: «Non mi hanno capito, non lavorano bene, non sono stati corretti». È un errore comune tra i candidati, e molto insidioso, come spiega Lorenzo Cavalieri nel primo video della nuova serie di «Pillole di carriera» online sul canale lavoro Job24 e dedicate proprio al colloquio.

«Sapete cosa pensa il vostro intervistatore quando sente le vostre lamentazioni? – rivela il consulente Hr – Più o meno questo: “se lo assumo il prossimo di cui parlerà così sono io”. Se insistiamo nel lamentarci e parlar male del nostro recente passato, infatti, suscitiamo subito nel selezionatore il sospetto che tutto ciò che abbiamo subito ce lo siamo andati a cercare. E alimentiamo l’idea - magari non vera - di essere dei tipi polemici che recriminano su tutto».

Il primo suggerimento è di utilizzare formule più neutre. «Se proprio dobbiamo, parliamo più genericamente e asetticamente di “malintesi”, “equivoci”. O di un rapporto che si è naturalmente esaurito». Ma soprattutto, consiglia Cavalieri, impariamo piuttosto a trasferire la positività del nostro vissuto, usando una frase tipo: «È un’esperienza che non rimpiango e che mi ha fatto imparare tanto», oppure «Non è andata bene, ma ho imparato che...». Al di là della formula politicamente corretta, questo è davvero l’approccio necessario per elaborare in modo costruttivo un’esperienza di lavoro finita in modo infelice, e liberarcene, conclude l’esperto: «Non ci facciamo ostacolare da livori e risentimenti che ci portiamo dietro. Sono solo zavorre inutili».

(R.San.)

Clicca qui per il video: Pillole di carriera - Il colloquio di lavoro: mai apparire polemici o “sconfitti” - Lorenzo Cavalieri, consulente Hr

© Riproduzione riservata