I Chief financial officer, negli ultimi anni, hanno ricoperto un ruolo sempre più strategico per quanto riguarda la pianificazione e la gestione dei processi aziendali. Si rende ora necessario avviare una nuova fase focalizzata sull’utilizzo dei dati a disposizione per “progettare” le linee guida che definiranno le azioni future dell’organizzazione. In quanto “impresario” dei dati dell’azienda, di figura che occupa il punto focale di tutte le operazioni delle «line of business», il Cfo deve assumere questo ruolo. Chi ha in mano le redini finanziarie dell’organizzazione deve dunque poter disporre, e trarre vantaggio, dalla mole crescente di informazioni in modo sinergico con le altre funzioni di business, dalla supply chain all’automazione fino alla logistica.
Mentre le aziende affrontano una serie di sfide in cui devono adattarsi al cambiamento, pena il rischio di non sopravvivere, il Cfo di «nuova generazione» si candida a figura chiave per decidere della loro salvezza, a protagonista della trasformazione digitale della nuova “azienda algoritmica”. Questo è lo scenario che si prospetta per il responsabile finanziario nell'immediato futuro. Ne parliamo con Alessandro Evangelisti, Finance & Supply Chain Cloud Evangelist di Oracle.
Lei sostiene che i Cfo sono gli architetti di un’azienda pronta al cambiamento. Perché?
Occorre fare una premessa: ogni azienda è un’isola a sé stante, che ha la sua storia, che vive le proprie criticità. Nell’ambito del processo di riorganizzazione culturale e tecnologico cui sono chiamate molte imprese, il Cfo è la figura che ha la visione ultima del valore generato per gli azionisti, del profit & loss. E per questo può valutare la strategia aziendale nel suo complesso e guardare a tutte le varie componenti dell’organizzazione, dal commerciale fino all’It. Il ruolo del Cfo è fondamentale, accanto a quello del Ceo o di altre figure del management, perché è sostanzialmente quello del «sanity check» finale.
È un ruolo fondamentale ma non è detto che sia anche il più importante. È così?
Dipende dall’azienda, non si può generalizzare il concetto. In alcuni casi lo è, e quando succede il Cfo di un’azienda ne diventa il Ceo. È successo per esempio nel Gruppo Caterpillar.
Si può in qualche modo paragonare il Cfo a un manager, a un allenatore con funzioni operative di mercato, di una squadra di calcio?
Per alcuni aspetti sì, e più precisamente per la responsabilità di dover capire quali sono le competenze e le skill che servono per il presente e per il futuro, rispetto a un piano strategico che va oltre i tre anni. Per il compito, inoltre, di dover decidere che velocità di cambiamento adottare e mantenere nel tempo per raggiungere gli obiettivi. Il ruolo di motivatore e di psicologo, invece, proprio del Ceo, non appartiene più di tanto al Cfo, mentre è di sua stretta competenza quello di “deployer” delle strategie.
Ha ancora senso, nell'era del digitale e dell'open organization, che i ruoli di management siano ancora così distinti?
C’è un vecchio assunto che ci dice come in azienda vi siano due tipologie di ruoli e quindi di figure: chi caccia e chi cucina. Il Cfo appartiene sicuramente a questa seconda categoria, ma i due ruoli non sono in antitesi perché sono fra loro complementari. A seconda dei momenti, uno ha più peso dell’altro nell’indirizzare la strategia aziendale, declinandola in modo misurabile, determinandone la struttura dei costi, le policy per le linee di business e management. Definendo un quadro di insieme operativo.
Che peso hanno le nuove tecnologie nel nuovo ruolo del Cfo?
Le tecnologie sono importanti e sul tavolo ne abbiamo parecchie e tutte decisive per il cambiamento: dai Big Data all’intelligenza artificiale, dalla Blockchain all’Internet delle cose fino al machine learning. Poter accedere a queste applicazioni direttamente nel cloud abilita nuovi paradigmi organizzativi e di processo interni all’azienda. Si apre di conseguenza un nuovo orizzonte professionale relativamente alle figure che devono governare questi nuovi modelli e sfruttarli a beneficio del business. Chi lo può fare? Professionisti ultra specializzati come l’augmented Cfo. Sarà direttamente questa figura, al fianco di data scientist e Chief information officer, a pilotare, testare e indirizzare l’adozione e l’utilizzo delle nuove tecnologie, validando i macro modelli sviluppati grazie all’analisi dei dati e alla loro interpretazione in chiave business.
I Cfo “aumentati” sono già all’opera nelle grandi aziende italiane?
Stanno arrivando, si stanno svegliando. Molti stanno cambiando pelle rispetto alle “vecchie” mansioni contabili a cui erano abituati. In Italia abbiamo grandissimi professionisti nel controllo di gestione e nella pianificazione e queste figure hanno già iniziato ad utilizzare strumenti e tecnologie evolute, sfruttando i vantaggi del cloud. Nel settore della logistica questa fase di cambiamento è già avvenuta, nel manifatturiero si concretizzerà in futuro anche grazie alle direttive del piano Industria 4.0.
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