Trenta minuti. In alcuni casi anche un’ora, a volte addirittura di più. È questo il tempo che, soprattutto nelle grandi città, impieghiamo per andare in ufficio e tornare a casa. Spesso non consideriamo che questo tempo ha un costo vero e proprio e tendiamo a sacrificarlo, giustamente, per quell’opportunità meglio retribuita, ma lontano da casa. Mi capita spesso di dover prendere il treno per spostarmi e le persone che vedo intorno a me fanno cose molto diverse: qualcuno ascolta musica, pochissimi leggono un quotidiano, alcuni guardano il cellulare o fanno telefonate, molti altri, infine, aspettano semplicemente che il tempo trascorra. Non sono pochi, ovviamente, coloro che approfittano di questo tempo per rispondere alle mail, leggere documenti, approfondire determinati argomenti. Tutte attività per le quali, in una normale giornata lavorativa, sarebbe difficile ritagliare del tempo.
Questo spazio temporale, comunque lo si impieghi, impatta notevolmente sulla giornata lavorativa nostra e di tutte le persone che lavorano con noi. E per capirlo, basta fare un semplice calcolo: un’ora al giorno, per cinque giorni alla settimana, per quattro settimane ogni mese. Come possono, quindi, aziende e manager utilizzare al meglio questo tempo per aiutare i propri dipendenti e/o collaboratori? Alcune ricerche inglesi hanno evidenziato che coloro che, durante il tempo del commuting, riguardano la propria agenda, pianificano le attività da fare e analizzano i problemi da affrontare hanno una marcia in più degli altri colleghi quando arrivano in ufficio. Perché? Semplice, hanno già chiaro il da farsi.
Immaginatevi la classica scena: arrivo in ufficio, avvio del pc, caffè e quattro chiacchiere con i colleghi, ritorno alla propria postazione e analisi delle attività da svolgere nel corso della giornata. Una routine quotidiana di almeno 30 minuti sprecati perché improduttivi. Se si arriva in ufficio avendo già chiaro il programma della giornata e, magari, avendo già risposto ad alcune mail, questo tempo “a vuoto” si riduce sensibilmente. È chiaro, naturalmente, che il tempo destinato al commuting è personale e ogni dipendente può impiegarlo come meglio crede, ma se le aziende iniziassero a dargli un valore?
In un’epoca di smart working - che ha sradicato completamente il vecchio concetto di ufficio e che permette di lavorare da casa, sui mezzi pubblici e addirittura in spiaggia - bisognerebbe iniziare a ragionare su come sfruttare al meglio questo tempo e dare la possibilità ai propri dipendenti di avere una riduzione dell’orario. Un aspetto da non sottovalutare e che, anzi, potrebbe trasformarsi in uno strumento molto utile per le mamme, ad esempio, ma anche per tutti coloro che passano davvero molto tempo in treno, sugli autobus o in metropolitana.
È naturale che tutto questo è possibile solo se si instaura un rapporto manager - dipendente basato su profonda fiducia e responsabilità. Ma è anche vero che se stiamo imparando ad accettare che si possa lavorare da casa per un giorno al mese o un giorno alla settimana, perché non possiamo accettare che si possa essere produttivi anche nel tragitto casa-lavoro? Un discorso a parte deve essere fatto per coloro che si recano in ufficio in auto. In questo caso, il tempo può essere impiegato esclusivamente per le telefonate che, nella maggior parte dei casi, sono di lavoro. E anche questo è un tempo dedicato all’azienda che deve essere in qualche modo riconosciuto.
Io credo che il tema del remote working - inteso però non come lavoro da casa, ma lavoro da “ovunque mi trovo” e quindi anche in viaggio - sia un argomento molto caldo che ogni manager debba necessariamente iniziare a considerare. Da un lato, sempre più persone hanno un numero personale e uno di lavoro che spengono nei week end o la sera per evitare invasioni nei loro spazi e momenti personali. Dall’altro lato, però, le aziende che forniscono smartphone, tablet e pc si aspettano che i propri dipendenti siano sempre raggiungibili. A questo punto, perché non iniziare a pensare non solo ai nuovi spazi di lavoro, ma anche ai nuovi tempi?
In EasyHunters abbiamo iniziato ad analizzare le singole esigenze dei consulenti per capire come ottimizzare e rendere produttivo anche il tempo degli spostamenti. Stiamo cercando di capire come sfruttare questi momenti per pianificare call di allineamento interno, programmare le attività dei vari team o approfondire alcuni argomenti di interesse per il nostro settore.
* Managing Director di EasyHunters
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