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Come arrivare a 70 anni lavorando, se la tecnologia evolve così…

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l’esperienza «on the job»

Come arrivare a 70 anni lavorando, se la tecnologia evolve così rapidamente

Si fa tanto parlare, ultimamente, di Fabbrica 4.0 e di come il mondo evolverà con l’implementazione sempre più costante della robotica. Non si parla mai, o si parla pochissimo invece, di come l’uomo dovrà adattarsi a questa nuova ed ulteriore rivoluzione. Se a questo cambiamento, strettamente legato alla tecnologia, sommiamo il fatto che l’aspettativa di vita (e anche quella lavorativa: è recente la notizia dell’allungamento dell’età pensionabile di 5 mesi) continua ad allungarsi, ci ritroviamo di fronte a un dilemma importante: come ci arrivano le persone a 40 anni di lavoro - e quindi a 70 anni di età - se la tecnologia evolve così rapidamente?

La questione è collegata non solo alle capacità del singolo, ma anche alla sua capacità di formarsi e di adattarsi a nuovi canoni e scenari. Vi faccio un esempio con il quale mi sono confrontata in questi giorni: è ormai consolidato che il futuro è per certi versi totalmente basato sull’informatica e che tutti i giovani che sono appena entrati o entreranno nel mondo del lavoro dovranno, in un modo o nell’altro, averci a che fare. Però sono pochissimi i docenti di informatica, coloro cioè che formano i professionisti di domani, che sanno utilizzare programmi come Scratch o The Foose, due tra i più usati per insegnare ai bambini i linguaggi di programmazione.

Nelle aziende lo scenario non è poi così diverso. Mi capita spesso di dover cercare, su richiesta dei clienti, profili che sostituiscano persone che non riescono ad usare i nuovi sistemi informatici, appena introdotti. I motivi, credo, sono sostanzialmente due: da un lato, le aziende sottovalutano l’importanza della formazione continua a tutti i livelli e a tutte le età; dall’altro, invece, alcuni si rifiutano letteralmente di adattarsi, o almeno provare questi cambiamenti.

Ecco, rifiutarsi di imparare i nuovi sistemi non sarà più consentito. Non sto dicendo, naturalmente, che da domani saremo tutti chiamati a diventare programmatori; sto dicendo che, proprio come abbiamo imparato ad usare i cellulari al posto del telefoni fissi (e ora ne siamo diventati, a tratti, quasi dipendenti) dovremo imparare a convivere con l’evoluzione, costante e continua, della tecnologia e dell’informatica. In questo contesto, le aziende e le organizzazioni pubbliche hanno - e avranno sempre più in futuro - una grande responsabilità nel traghettare, nel modo più efficace possibile, questa enorme quantità di competenze verso il futuro.

* Managing Director di EasyHunters

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