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Il welfare aziendale? Si fa (anche) a tavola con la startup

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Il welfare aziendale? Si fa (anche) a tavola con la startup

Un club esclusivo riservato a consulenti e manager aziendali, a cui si accede tramite app mobile e che propone un “reward program” (programma di ricompensa) legato a una selezione di ristoranti ricercati: si sceglie una location per la cena o il pranzo di lavoro e si accumulano crediti con cui effettuare donazioni benefiche o riscattare gift card delle principali insegne commerciali online. Quello che propone da pochi mesi AdvisorEat, giovane startup milanese, è un servizio accolto in maniera favorevole da diverse aziende (fra queste PwC, Kpmg, Orrick, Boston Consulting Group, Simmon&Simmon) che lo hanno inserito nei loro piani welfare.

Tramite una app dedicata si può oggi selezionare il locale preferito fra un catalogo di circa 600 esercizi nelle principali 40 città italiane e fra questi spiccano le insegne di Fourghetti dello chef Bruno Barbieri, Glass Hostaria di Cristina Bowerman, Joia (unico stellato vegetariano in Italia), Spazio Milano dello chef Niko Romito, e gruppi della ristorazione di primo livello come Signorvino e i Red di Feltrinelli.

Come funziona il servizio è presto detto. Una volta che l’azienda ha stipulato un accordo con AdvisorEat, si scarica gratuitamente la app (da Apple Store o Google Play) sul proprio smartphone o table e ci si registra con l’e-mail aziendale; fatto questo si consuma il pasto presso il ristorante prescelto e si fotografa lo scontrino da inviare alla piattaforma entro le sei ore successive al pagamento. Alla gestione dell’accumulo e del riscatto dei crediti, che consente di trasformare il conto in bonus utilizzabili per acquistare gift card di negozi online (Amazon, Decathlon, Feltrinelli, Zalando, Boggi, ePrice) o per fare una donazione benefica (Wwf, Fondazione Umberto Veronesi, Unicef, Amnesty International), pensa in automatico il sistema messo a punto dalla startup.

Perché questi servizi sono visti con interesse dalle grandi aziende nei loro piani di welfare, e quali ne siano le applicazioni attuali e i futuri sviluppi, lo ha spiegato al Sole24ore.com il Ceo e fondatore della società, Stefano Travaglia, 33enne trentino con un passato manageriale in alcune tra le più grandi multinazionali di consulenza aziendale.

«Parliamo di strumenti che incrementano il benessere e il potere d’acquisto per i dipendenti, che si fidelizzano maggiormente nei confronti dell’azienda. Attualmente abbiamo circa 10mila utenti iscritti e sulla base di questo numero abbiamo calcolato che il nostro programma fedeltà vale in media oltre 500 euro annui a persona. Per esperienza personale - ha aggiunto - mi sono reso conto che esistevano programmi fedeltà per catene alberghiere, compagnie aeree, ferroviarie e carte di credito, mentre non era previsto alcun reward program specifico per i ristoranti. Da qui è nata l'idea di creare AdvisorEat».

Il passo successivo, visto il successo iniziale della piattaforma, è quello di esportare presto il servizio al di fuori dall’Italia: per questo l’azienda sta chiudendo un importante aumento di capitale per consolidare il business locale ed espandere l’iniziativa anche in Francia, Germania e Inghilterra a partire dal 2020. A poterne beneficiare, secondo Travaglia, non ci sono solo le grandi organizzazioni. «Il servizio - ha infatti confermato - è adatto anche per le aziende di piccole/medie dimensioni, che dimostrano di essere sempre più sensibili nei confronti della propria immagine sul mercato e della soddisfazione dei dipendenti: lavorando in un clima aziendale positivo, è provato che aumenti la produttività e si riduca l’assenteismo».

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