Il benefit più desiderato dai lavoratori nel 2019? Di certo, si tratta della flessibilità, soprattutto se i lavoratori in questione fanno parte della generazione dei Millennial. Ciò non significa, tuttavia, che non lavorino sodo o che si aspettino di non doversi nemmeno far vedere in ufficio. Significa, piuttosto, che le risorse più giovani aspirano a condurre una vita piena di significato sia in ambito lavorativo, sia in quello privato, sfruttando la flessibilità resa possibile dalle moderne soluzioni tecnologiche.
Un nostro recente studio rivela che, nella fascia d’età 16-24 anni, coloro che cercano lavoro considerano la flessibilità come una priorità assoluta in un posto di lavoro, al di sopra per importanza addirittura di retribuzione e benefit economici. Seguono a ruota coloro che cercano lavoro nella fascia d’età 25-34 anni. Non che i lavoratori più maturi non siano interessati alla flessibilità: secondo la ricerca, il 37% degli over 55 la include tra i fattori-chiave della propria ricerca di lavoro, benché non con un valore così prioritario come per le fasce d’età più giovani.
I giorni della cara, vecchia scrivania e dell’orario fisso, quindi, sono ormai un lontano ricordo. Sono i datori di lavoro e i responsabili delle risorse umane delle aziende, in primis, a doversene fare una ragione. Tutto ciò, infatti, genera una vera e propria sfida per tutti coloro che si occupano di reclutare talenti: come può un’azienda assicurarsi una forza lavoro produttiva e responsabile, pur garantendo un ambiente di lavoro flessibile e aperto?
Ecco cinque consigli per non farsi trovare impreparati.
1. Sfruttare tutte le opportunità che la tecnologia offre. Per davvero.
Oggi possiamo permetterci l’accesso a tecnologie abilitanti che ci possono fare lavorare meglio, più velocemente e in maniera
più produttiva, a costi relativamente bassi. Ogni azienda dovrebbe investire massicciamente su sistemi di videoconferenza,
condivisione di documenti e cartelle di lavoro da remoto, messaggistica istantanea. Ancora più importante: chi già possiede
questi strumenti, deve assicurarsi di usarli! E bene. Ritagliando quindi il tempo necessario per un training serio, che permetta
a tutti i dipendenti di sfruttare tutte le potenzialità di queste soluzioni tecnologiche.
2. Avere fiducia nei propri dipendenti!
Nella vecchia generazione di posti di lavoro, la gerarchia regnava sovrana e tutti i dipendenti erano costretti a timbrare
puntualmente il cartellino. Nel posto di lavoro di nuova generazione, i risultati sono più importanti delle apparenze. È vero
che alcuni dipendenti potrebbero approfittare della situazione, ma il punto è che, se le risorse umane si sentiranno apprezzate
e soddisfatte, ciò non rappresenterà un problema. Tutti saranno più felici del loro lavoro e meno stressati.
3. Fornire ai propri dipendenti una mission concreta che li guidi.
Se non è chiaro il perché si compie un determinato lavoro, qual è la direzione verso cui si sta tendendo, nulla girerà per
il verso giusto. Se i dipendenti sono focalizzati su uno scopo comune, invece, saranno portati a fare bene il loro lavoro
sempre, indipendentemente da dove stanno seduti o dalle modalità di pianificazione. Nella nostra azienda, Indeed, la mission
comune è molto semplice: aiutare le persone a trovare lavoro. Tutto deriva da questo messaggio-chiave e i nostri dipendenti
ci rispondono con entusiasmo.
4. Lasciare che le risorse si prendano del tempo libero.
Lo scorso anno abbiamo introdotto permessi retribuiti e giorni di ferie illimitati. Questa nuova politica si è rivelata un
successo: i dipendenti si ritagliano il loro tempo libero, coordinandosi con i loro manager. Non se ne approfittano, perché
sono ancora più motivati a fare bene il loro lavoro. Mossi da un’esigenza comune a tutti noi: essere padroni di pianificare
il nostro tempo libero in relazione alle esigenze della nostra vita privata.
5. Non avere paura di chiedere.
Può essere difficile permettere a una persona di lavorare da una location diversa e convincersi che stia veramente lavorando.
Ma in un ambiente di lavoro positivo, i manager dovrebbero avere un’idea di ciò che i dipendenti stanno facendo e i dipendenti
dovrebbero avere delle chiare aspettative su ciò che è richiesto loro. Se la flessibilità dovesse tradursi in scadenze non
rispettate o progetti naufragati, occorre chiederne conto al dipendente e cercare di capire come misurare meglio il suo lavoro.
Con questo aggiustamento, ci si potrà rendere conto di quale sia il vero problema: è il lavorare da remoto o è invece il dipendente
a non essere all’altezza delle aspettative?
Vogliamo tutti trovare il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro, che ci permetta di eccellere nelle nostre carriere senza rinunciare ad avere una vita oltre l'ufficio. In un ambiente di lavoro moderno, gli strumenti ci sono tutti: dobbiamo solo imparare a metterli a frutto.
* Country Manager Italia Indeed
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